Nella storia dei Cure molte volte il frontman Robert Smith ha dichiarato che la band fosse sul punto di sciogliersi, tanto da diventare un tormentone tra i fans. Il momento in cui quell'annuncio è andato il più vicino alla verità è forse stato in corrispondenza dello strano concerto "a strumenti invertiti" tenuto l'11 giugno 1982 a Bruxelles.
La band era alla fine del tour dell'album "Pornography", e i rapporti tra i musicisti (il cantante e chitarrista Robert Smith, il batterista Lol Tolhurst e il bassista Simon Gallup) erano molto tesi, se non già compromessi. Le cause vennero ben spiegate dal frontman nel 2003: "Sera dopo sera suonare quei brani; moltissime volte, dopo esserci esibiti eravamo storditi dall'intensità della musica che avevamo eseguito sul palco. Ero molto depresso, e mi facevo tantissimo di droga, di qualunque tipo".
Il cantante decise pertanto di trasformare quel concerto in un fiasco di tale portata
da non far rimpiangere a nessuno lo scioglimento della band. Scelse
quindi di scambiare i loro strumenti: lui si mise alla batteria, Gallup
alla chitarra e Tolhurst passò al basso. Nessuno dei tre padroneggiava
il nuovo strumento. A questo va aggiunto che Gary Biddles, roadie
evidentemente allineato con il grado alcolico della band, verso la fine
del concerto salì sul palco gridando al microfono insulti a Smith e
Tolhust (non a Gallup perché era suo amico). Ne nacque una rissa sul
palco, dalla quale si tenne fuori solo il batterista (quello vero). Il concerto terminò con un bis improvvisato, cantato dallo stesso Biddles, dal titolo quanto mai evocativo: "The Cure Are Dead". Per vostra fortuna esiste l'audio di quel concerto.
La vicenda viene ricordata nel volume "The Cure. Disintegration. Una favola dark" di Jeff Apter con queste parole: "I Cure stavano per implodere definitivamente, senza che nessuno potesse evitarlo. Il crollo conclusivo si verificò l'11 giugno all'Ancienne Belgique di Bruxelles: l'ultima data del Fourteen Explicit Moments. Nel backstage Smith, ormai completamente stufo di tutta quella faccenda, annunciò che quella sera avrebbe suonato lui la batteria. Gallup pensò di comportarsi in modo analogo, perciò si sarebbe messo alla chitarra. A Tolhurst non rimase che impugnare il basso di Gallup. Nessuno lo ammise esplicitamente, ma era nell'aria: quello sarebbe stato l'ultimo atto dei Cure, forse per sempre. Così anziché abbandonare le scene con una performance piagnucolosa, i tre optarono per il casino. 'Ho pensato: Non voglio prestarmi a questa pantomima', ha confessato il cantante. 'Sapevo che era l'ultima possibilità per fare un'uscita di scena memorabile, anche se nel peggiore dei modi. Non avevo mai suonato la batteria in pubblico, e non credo che Lol sapesse mettere le mani sul basso.' In qualche modo però il set procedette [...]
Quando i litigiosi Cure attaccarono l'ultimo pezzo, Pornography, Gary Biddles - che parteggiava per Gallup - si impadronì del microfono. Aveva un messaggio molto semplice per il pubblico: 'Robert Smith è un cazzone'. (Il cantante sostiene che abbia gridato anche 'Tolhurst è un segaiolo'). In un accesso di rabbia il frontman tirò le bacchette contro Biddles, colpendolo sulla testa; Gallup si gettò nella mischia, mentre Tolhurst, scostandosi i riccioli dagli occhi, rimase avvinghiato al basso. [...]
Quando si riuscì ad interrompere la zuffa, i tre sapevano che il sogno era finito. Per Robert Smith i Cure avevano smesso di esistere."
I Cure (ridotti ai soli Smith e Tolhurst) rinacquero nell'autunno di quell'anno grazie al singolo pop "Let's go to bed".
La vicenda viene ricordata nel volume "The Cure. Disintegration. Una favola dark" di Jeff Apter con queste parole: "I Cure stavano per implodere definitivamente, senza che nessuno potesse evitarlo. Il crollo conclusivo si verificò l'11 giugno all'Ancienne Belgique di Bruxelles: l'ultima data del Fourteen Explicit Moments. Nel backstage Smith, ormai completamente stufo di tutta quella faccenda, annunciò che quella sera avrebbe suonato lui la batteria. Gallup pensò di comportarsi in modo analogo, perciò si sarebbe messo alla chitarra. A Tolhurst non rimase che impugnare il basso di Gallup. Nessuno lo ammise esplicitamente, ma era nell'aria: quello sarebbe stato l'ultimo atto dei Cure, forse per sempre. Così anziché abbandonare le scene con una performance piagnucolosa, i tre optarono per il casino. 'Ho pensato: Non voglio prestarmi a questa pantomima', ha confessato il cantante. 'Sapevo che era l'ultima possibilità per fare un'uscita di scena memorabile, anche se nel peggiore dei modi. Non avevo mai suonato la batteria in pubblico, e non credo che Lol sapesse mettere le mani sul basso.' In qualche modo però il set procedette [...]
Quando i litigiosi Cure attaccarono l'ultimo pezzo, Pornography, Gary Biddles - che parteggiava per Gallup - si impadronì del microfono. Aveva un messaggio molto semplice per il pubblico: 'Robert Smith è un cazzone'. (Il cantante sostiene che abbia gridato anche 'Tolhurst è un segaiolo'). In un accesso di rabbia il frontman tirò le bacchette contro Biddles, colpendolo sulla testa; Gallup si gettò nella mischia, mentre Tolhurst, scostandosi i riccioli dagli occhi, rimase avvinghiato al basso. [...]
Quando si riuscì ad interrompere la zuffa, i tre sapevano che il sogno era finito. Per Robert Smith i Cure avevano smesso di esistere."
I Cure (ridotti ai soli Smith e Tolhurst) rinacquero nell'autunno di quell'anno grazie al singolo pop "Let's go to bed".
Articolo originale pubblicato il 11/06/2019 su Onda Musicale.
Leggi anche:
I 60 anni di Robert Smith e il disastroso compleanno di 39 anni fa
Le notti distruttive dei Cure nella villa di Richard Branson
I Cure introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame!
Nessun commento:
Posta un commento