18 maggio 2020

I Cure introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame!


Rock and Roll Hall of Fame 2019
Venerdì 30 marzo 2019 a New York si è tenuta l'annuale cerimonia di introduzione di celebrità musicali nella prestigiosa "Rock and Roll Hall of Fame". I premiati di quest'anno sono stati Cure, Def Leppard, Janet Jackson, Stevie Nicks, Radiohead, Roxy Music e Zombies. Alla cerimonia si sono presentati ben 10 membri dei Cure, in rappresentanza dei 13 che si sono alternati in più di quarant'anni di carriera della band.

Forse perché erano in troppi per mostrarsi assieme, o più probabilmente per non avere ancora risolto i loro problemi interpersonali, i musicisti si sono presentati sul red carpet in tre ondate. Per primi hanno sfilato gli "ex": Michael Dempsey (bassista fino al 1979), Lol Tolhurst (batteria e tastiere fino al 1988), Perry Bamonte (tastiera, chitarra e basso 1990-2005) e Boris Williams (batteria 1985-1995). Poi è stata la volta di Pearl Thompson (chitarra, sassofono e tastiera, in vari anni tra il 1976 e il 2011) e la moglie, che si sono fatti notare immediatamente per il loro outfit fuori dagli schemi. Infine ha sfilato la formazione attuale: Robert Smith (voce, chitarra e altri strumenti dal 1976), Simon Gallup (basso e tastiera, dal 1979 a oggi quasi continuativamente), Jason Cooper (batteria dal 1995), Roger O'Donnell (tastiera dal 1978 fino a ora con qualche allontanamento) e Reeves Gabrels (chitarra dal 2012). Mancavano all'appello Matthieu Hartley (tastiera 1979-1980), Phil Thornalley (basso 1983-1985) e il defunto Andy Anderson (batteria 1983-1985).

L'ultima formazione si è mostrata decisamente insofferente al red carpet, e solo Robert Smith ha risposto alle domande della presentatrice Carrie Keagan, tuttavia ha detto una cosa molto importante: entro la fine dell'anno uscirà un nuovo album dei Cure (il primo in 11 anni), che il cantante ha definito "il migliore che abbiamo mai fatto". Speriamo che sia vero e che non fosse il suo solito modo di prendere in giro gli intervistatori! (Qui il filmato integrale)

Lasciamo il red carpet e entriamo alla cerimonia. I Cure sono stati introdotti nella "Rock and Roll Hall of Fame" da Trent Reznor dei Nine Inch Nails, il quale, pur non avvezzo a questo genere di cose, ha premiato il gruppo di Smith definendolo "Una delle band rock più uniche, brillanti e struggenti che il mondo abbia mai conosciuto [...] Il primo album che ho ascoltato è stato 'The Head on the Door'. Non avevo mai sentito niente del genere prima. Ho sentito molta dell'oscurità che sentivo nella mia testa ritornarmi attraverso gli altoparlanti, e mi ha sconvolto: era come se questa musica fosse stata scritta solo per me. Ho lottato per tutta la mia vita sentendo di non essere adatto o non appartenere ad un posto - un po' come in questo momento. Sentendo questo ['The Head on the Door'], improvvisamente mi sono sentito connesso, non più così solo."
(Qui il discorso completo di Trent Reznor)

Robert Smith, sul palco con gli altri 9 compagni, ha commentato il premio con le parole: "Come ha detto Trent, sono passati 40 anni dalla pubblicazione del nostro primo album, anche se non sembra. E all'epoca, ovviamente, c'è stata molta gente che ha avuto un ruolo nella storia dei Cure, nel bene e nel male. E non ho intenzione di stare qui e leggere un sacco di nomi perché... non vorrei parlare troppo, per non essere noioso. E non sono bravo con le storie: sono un pessimo comunicatore." Dopodiché ha nominato tutti gli ex-Cure, in particolare "il compianto Andy Anderson", e la formazione attuale. Ha poi proseguito dicendo "Se comincio a nominare le persone, dovremmo andare avanti a lungo... Ma c'è una persona... Quando abbiamo iniziato eravamo un trio di adolescenti nel 1978... e ad uno dei nostri primi spettacoli questo piccolo individuo è arrivato, e non eravamo davvero sicuri di chi fosse. E ha visto qualcosa in noi che la maggior parte delle persone non vedeva. E quello è Chris Parry... Quindi grazie mille." Dopo aver nominato il loro storico manager e produttore, Smith ha ringraziato tutti i loro fans. (Qui il discorso originale)

Durante la serata la band si è esibita in concerto in formazione da 5, per una ventina di minuti, suonando “Shake Dog Shake”, “A Forest”, “Love Song”, “Just Like Heaven” e “Boys Don’t Cry”. Il gruppo era in ottima forma, e la voce di Robert era a posto: una performance decisamente ben fatta. Smith ha omaggiato il batterista scomparso quest'anno suonando una chitarra con la scritta "Andy Anderson 1951-2019". (Qui l'esibizione completa)

Nel backstage le domande dei giornalisti si sono concentrate principalmente sul nuovo album, in merito al quale Robert Smith ha dichiarato "Visto che è l'anniversario di 'Disintegration', ho pensato a come l'abbiamo realizzato, e come l'abbiamo trasformato in qualcosa di unico, e a com'era la mia mentalità. Una parte fondamentale di tutto ciò era che tutti erano lontani da casa, lontani da tutto ciò che amavano e che si trovavano nello stesso posto nello stesso tempo. Così, per la prima volta in 20 anni, siamo entrati in uno studio - siamo effettivamente andati nello studio dove hanno realizzato 'Bohemian Rhapsody', abbastanza divertente [Si tratta dei Rockfield Studios vicino a Monmouth, in Galles]. È un grande studio nel bel mezzo del nulla. Abbiamo suonato musica per tre settimane, ed è grandioso. So che tutti lo dicono, ma è davvero fottutamente grandioso."
"È così scuro. Incredibilmente intenso. Ho aspettato 10 anni per realizzare qualcosa che avesse un significato. Sta funzionando tutto alla perfezione. Non so ancora quanto ne suoneremo quest'estate. Non è decisamente musica da festival. Le canzoni sono sui 10 minuti, 12 minuti di lunghezza. Abbiamo registrato 19 canzoni, così adesso non so cosa fare. Gli altri dicono 'Album triplo!' Io dico meglio di no. Sceglierò sei o forse otto canzoni e realizzerò un album unico. Ma io penso che delizierà i nostri fans più accaniti, e probabilmente farà davvero, davvero infuriare tutti gli altri. Alla mia età sono ancora morte e distruzione!"
"Lo finiremo prima dell'inizio dell'estate, durante il quale verrà mixato. E come data d'uscita... non so, ottobre? Halloween, perché no?"
(Il video del backstage)

I fans in tutto il mondo sono contenti per il premio ricevuto dalla band, e per le ottime notizie in merito al prossimo album. Ha provocato qualche delusione il fatto che il gruppo non abbia approfittato dell'occasione per fare una reunion, per far suonare almeno per una sera gli ex-membri con loro. Ad esempio Smith avrebbe potuto suonare “Boys Don’t Cry” con Dempsey e Tolhurst (dopotutto erano loro i "three imaginary boys"). Lo stesso Lol avrebbe potuto suonare su "A Forest" (la batteria nell'incisione ufficiale è la sua). Discorso simile per Thompson e Williams con “Love Song” e “Just Like Heaven”. E sicuramente si sarebbe potuta aggiungere la chitarra di Bamonte ad almeno un pezzo. Sarebbe stato bello vedere Smith e Tolhurst riappacificarsi dopo la cacciata del batterista dalla band nel 1988, e le denunce che ne sono seguite.

A quanto pare i rancori mai sopiti hanno avuto la meglio sulla volontà di produrre qualcosa di epico. Va però notato che Lol Tolhurst si era riunito al gruppo (alla tastiera) in occasione del "Reflections Tour" del 2011, in cui erano stati suonati interamente i primi tre album della band. Infine va citato il post su Instagram di Pearl Thompson che durante la serata della Rock and Roll Hall of Fame, mentre assisteva alla performance live del gruppo, li ha definiti solo "una tribute band" dei Cure. Quindi forse non è tutta colpa di Smith se reunion non è stata.

Articolo originale pubblicato il 01/04/2019 su Onda Musicale

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