Il film sarebbe stato ispirato ai racconti che vedono protagonista Mulla Nasrudin (un leggendario filosofo del Vicino Oriente del XIII secolo) e intitolato "The Amazing Nasrudin". Richard iniziò a lavorarvi nel 1964, quando aprì il suo studio di animazione a Londra. Nel 1972 Williams perse i diritti sui racconti di Nasrudin, e fu costretto a cedere tutto il materiale realizzato fino a quel momento; poté tenere per sé solo i personaggi di sua invenzione che aveva messo nel cartone. L'animatore commissionò a Howard Blake una nuova sceneggiatura basata sul materiale che aveva potuto salvare, così nacque "The Thief and the Cobbler" ("Il ladro e il ciabattino").
Negli anni successivi Richard portò avanti il progetto in autonomia, accettando per vivere di creare spot televisivi animati, i cui guadagni investiva tutti ne "Il ladro e il ciabattino". Nello stesso periodo realizzò altri cartoni, tra cui la sequenza animata che accompagna i titoli dei film "La Pantera Rosa colpisce ancora" (1975) e "La Pantera Rosa sfida l'ispettore Clouseau" (1976), nonché "A Christmas Carol" (Il Canto di Natale) che nel 1972 gli valse il premio Oscar per il miglior cortometraggio animato.
La persona che diede a Williams il finanziamento per iniziare il film fu un principe dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Faisal Al Saud, il quale nel 1978 investì 100 mila dollari per la realizzazione di dieci minuti di animazione, e se gli fosse piaciuta avrebbe versato la cifra rimanente per completare la pellicola. Dopo più di un anno di lavoro la sequenza venne mostrata al nobile saudita, il quale dichiarò il suo apprezzamento, ma il fatto che per realizzarla Richard avesse sforato due scadenze e fatto lievitare il costo a 250 mila dollari lo portò a non rinnovare il finanziamento. Altre persone, negli anni successivi, vedendo quei dieci minuti di animazione decisero di sostenere economicamente Williams: si trattava però di piccole cifre, sufficienti a realizzare poche scene.
Nel 1986 il filmato aveva raggiunto i venti minuti di durata, quando Richard ottenne un finanziamento di 10 milioni di dollari dalla Allied Filmmakers. Il produttore Jake Eberts convinse Williams ad eliminare alcune sotto-trame previste dalla sceneggiatura, e a dedicarsi a quella principale, anche perché per portare a termine il film sarebbero serviti altri 18 milioni di dollari.
Negli anni '80 la Disney stava attraversando un periodo di crisi: nuove case di animazione erano sorte, e rischiavano di mettere in discussione il primato di quella californiana. Il nemico più temibile veniva dall'estremo oriente: le serie animate giapponesi avevano già invaso i canali televisivi occidentali, e alla Disney sapevano che il prossimo passo nipponico sarebbe stato conquistare anche i cinema. L'ultimo lungometraggio a cartoni della Disney risaliva a molti anni prima, e per risollevare le proprie sorti la casa di Topolino decise di realizzare il più grande kolossal dell'animazione dai tempi di "Fantasia", mettendo assieme attori in carne e ossa e cartoni, e unendo in un'unica pellicola i più famosi personaggi anche di altre case cinematografiche. Stiamo ovviamente parlando di "Chi ha incastrato Roger Rabbit" pellicola che tutti ben conosciamo.
Steven Spielberg, questa volta nelle vesti di produttore, sapeva che per realizzare un film del genere serviva un animatore che mettesse la massima qualità nel prodotto, e per questo scelse Richard Williams. Conoscendo la determinazione di Williams nel voler portare a termine "Il ladro e il ciabattino", Spielberg gli promise che se "Roger Rabbit" fosse stato un successo, Richard avrebbe avuto tutto il sostegno della Disney e di altre case di produzione per terminare e distribuire il suo personale progetto, e l'accordo fu siglato.
Seguirono lunghi mesi di lavoro per Williams e il suo staff, ma alla fine il 22 giugno 1988 "Chi ha incastrato Roger Rabbit" uscì nelle sale e fu un immediato successo, risollevando le sorti della Disney. Non fu una questione di poco conto, anche perché dall'altra parte dell'oceano dieci studi d'animazione giapponesi si erano lanciati in un progetto simile, unendo le forze e lavorando letteralmente giorno e notte ad un unico lungometraggio, che avrebbe dovuto conquistare i cinema di tutto il mondo: "Akira" (1988). Al botteghino la sfida fu vinta dalla Disney, la quale portò a casa anche il Premio Oscar per gli effetti speciali e lo Special Achievement Award intestato allo stesso Williams. L'animatore, visibilmente emozionato, ritirò il trofeo con le parole "Il meglio deve ancora venire": capiamo tutti a cosa si riferisse.
Per rispettare l'accordo venne deciso che "Il ladro e il ciabattino" sarebbe uscito per la Warner Bros. Il contratto non fu dei più felici: la Warner inserì una clausola in base alla quale se il film non fosse stato completato entro i tempi stabiliti, la casa cinematografica avrebbe potuto rivolgersi a qualcun altro per completarlo. Williams avrebbe dovuto ripensare a quello che era successo nel 1978 con il principe saudita, ma il desiderio di veder realizzato il suo progetto, unito al contributo economico proveniente da alcuni finanziatori giapponesi, lo spinse a firmare.
"Il ladro e il ciabattino" entrò in piena produzione nel 1989. Il lavoro procedeva per Richard e i suoi animatori, e il nostro protagonista sentiva vicino il coronamento del suo sogno. Per poter rispettare la scadenza contrattuale Williams fece lavorare i suoi animatori per sessanta ore alla settimana, un ritmo disumano, al punto che in molti si licenziarono (o vennero licenziati) e andarono a lavorare per la Disney. Fu proprio in quel periodo che la casa californiana mise in piedi il progetto di "Aladdin" (1992), un cartone che ha ambientazione e personaggi molto simili a quelli de "Il ladro e il ciabattino"; non fu mai stabilito se si sia trattato di plagio o di coincidenza.
Al momento della scadenza fissata dalla Warner (1991) "Il ladro e il ciabattino" non era ancora finito, ma il budget fissato sì, e non vi era ancora uno storyboard definitivo. Secondo Richard rimanevano da realizzare 15 minuti di film, corrispondenti a sei mesi di lavoro. La Warner Bros. chiese a Williams una proiezione di prova, ma il materiale raffazzonato non convinse la casa cinematografica. A questo va aggiunto che gli investitori orientali si erano ritirati dal progetto, a causa della recessione in seguito alla bolla speculativa giapponese.
Il 15 maggio 1992 la Warner licenziò Richard Williams, e i diritti vennero passati alla Completion Bond Company del produttore Fred Calvert. Le misure adottate dall'uomo furono drastiche: tagliò tutte le scene violente o "per adulti" presenti nel film e fece realizzare a Taiwan delle sequenze in cui i protagonisti cantano, per ricucire i buchi nella storia. Di fatto lo trasformò in una scopiazzatura di "Aladdin", ne cambiò il titolo in "The Princess and the Cobbler" ("La principessa e il ciabattino") e tramite la Allied Filmmakers in collaborazione con Majestic Films lo distribuì in Australia e Sudafrica nel settembre 1993, ottenendo poco consenso di pubblico.
Molti distributori americani rifiutarono di vendere il film negli Stati Uniti, secondo Calvert perché la pellicola si era ormai fatta una cattiva fama. Nel 1994 la neonata Miramax Films, società controllata dalla Disney, accettò di distribuire il film nel Nord America. Il suo direttore Harvey Weinstein, ancora lontano dalle cronache giudiziarie, decise di apportare altre drastiche modifiche: tagliò molte scene per accorciare la durata del film, fece ridoppiare tutti i personaggi compresi il ciabattino e il ladro (che nell'originale non parlavano) facendo incessantemente ascoltare allo spettatore i loro pensieri per tutta la durata della pellicola. Infine lo rititolò "Arabian Knight" ("Il cavaliere arabo") e lo fece uscire nei cinema nel 1995, ma andò malissimo. Dopo pochi giorni il film finì direttamente nei "cestoni dell'Autogrill" e nelle scatole dei cereali, come se fosse un cartone della Dingo Pictures. Pensate come dovette sentirsi Richard Williams vedendo il sogno di un'intera vita ridotto così.
Il nostro eroe però non si arrese, e visto che la Miramax è una controllata della Disney, decise di far rientrare il suo progetto dal portone principale. All'epoca Roy Disney stava recuperando i progetti storici abbandonati; ad esempio risale a questo periodo la ripresa di "Destino", il cortometraggio ideato da Walt Disney e Salvador Dalì che era stato interrotto nel 1946. Nel 2000 Richard propose alla Disney di portare a termine "Il ladro e il ciabattino", e Roy accettò. Riprese i diritti, recuperò i disegni e tutto il vecchio materiale, e gli studios si misero al lavoro per concludere il film.
Purtroppo né l'animatore né il produttore si erano resi conto di una cosa fondamentale: era cambiato il millennio, e con esso il modo di fare animazione e il suo pubblico. In particolare il computer era diventato il nuovo strumento per fare i cartoni animati. La spallata decisiva alla Disney venne da "Shrek" (2001), il capolavoro della Dreamworks. Il successo di "Shrek" dimostrò che il pubblico non voleva più principi e principesse, né fiabe per bambini in animazione tradizionale, bensì antieroi divertenti, cartoni per adulti e grafica 3D. Era purtroppo passato il tempo delle favole dello zio Walt. Capite bene che i nostri amici ciabattino e ladro non avessero più spazio in questo nuovo mondo: il film di Williams venne annullato un'altra, ultima volta.
Richard ormai aveva quasi settant'anni, di cui quaranta spesi invano sullo stesso progetto. Questa volta il colpo fu più duro del solito, e l'animatore si arrese. Decise di non completare il suo cartone, ma non solo: non volle nemmeno più sentirne parlare. Williams si dedicò ad altri progetti, scrisse un libro sull'animazione, realizzò dei cortometraggi.
Quello che Richard non sapeva è che qualcosa del suo lavoro era rimasto: "Il ladro e il ciabattino" e la sua incredibile odissea erano considerati un cult tra gli appassionati del genere. Uno di questi è il filmmaker Garrett Gilchrist, che contattò Williams dichiarandosi disposto a terminare il film. Gilchrist si procurò le diverse versioni esistenti del cartone, e chiese agli animatori originali i disegni mai terminati. Unendo il materiale recuperato, e togliendo le aggiunte della Completion Bond e della Miramax, ottenne una versione il più simile possibile all'idea di Williams, che venne pubblicata nel 2013 con il titolo "The Thief and the Cobbler - The Recobbled Cut". Purtroppo Richard Williams morì il 16 agosto 2019.
Veniamo al presente, quando lo youtuber Enrico Gamba (151eg) - appassionato di questa storia - decide di contattare Garrett Gilchrist e gli chiede se può realizzare l'adattamento italiano del film. Gilchrist accetta, e così Enrico raduna attorno a sé una squadra di doppiatori professionisti e semiprofessionisti per realizzare la versione italiana dell'audio. A causa dell'emergenza Covid-19 ogni doppiatore deve lavorare singolarmente nel suo studio, ma il risultato finale non ne risente in maniera negativa. Gamba carica così il film sul suo canale YouTube a questo indirizzo, rendendolo finalmente disponibile anche nella nostra lingua. Si tratta del primo doppiaggio di questa pellicola in un idioma diverso dall'Inglese.
Guardando oggi il film ci si rende conto di come "Il ladro e il ciabattino" sia la più grande occasione sprecata nella storia dell'animazione. Un progetto che per troppi anni è stato affidato alle mani sbagliate, che non lo hanno capito, che hanno voluto trasformarlo in un prodotto pop commerciale, quando il valore del film si trova completamente da un'altra parte. Le animazioni de "Il ladro e il ciabattino" sono le più fluide che si possa immaginare; nonostante i fotogrammi siano disegnati a mano la qualità di alcune scene è uguale, se non superiore, ad un prodotto in digitale. Se fosse uscito negli anni '60, '70 o '80 "Il ladro e il ciabattino" sarebbe stato un sicuro successo mondiale. Nei decenni successivi il suo stile sarebbe sembrato un po rétro, ma avrebbe avuto dalla sua parte una storia incredibile che avrebbe spinto il pubblico nei cinema per assistere al famoso film finito nel Guinness dei primati come "lungometraggio con la più lunga gestazione produttiva".
Il valore aggiunto della pellicola è che siamo talmente abituati a vedere i film della Disney che li consideriamo lo standard, pertanto guardare un prodotto come "Il ladro e il ciabattino" che presenta un diverso stile di animazione e sceneggiatura, nonché situazioni per adulti, è come assistere a un cartone proveniente da un altro pianeta. "Il ladro e il ciabattino" è un capolavoro che merita di essere riscoperto, da tutti.
Articolo originale pubblicato il 13/10/2020 su Onda Musicale
Leggi anche:
Cos'altro si può dire su I Simpson?
Lamù - Una strafica dallo spazio
Le sigle dei cartoni animati - ovvero perché non ci liberiamo di Cristina D'Avena?
Nessun commento:
Posta un commento