Noi oggi ricordiamo i Beatles come un gruppo allegro e pulito, all'epoca invece erano considerati brutti (capelloni!) e portatori di messaggi negativi e depravazione tra i giovani. Non stupisce quindi che nel clima dell'epoca fossero stati più volte oggetto di censure.
Un caso clamoroso di censura nei confronti dei Beatles fu quello della cosiddetta "Butcher cover". Mentre in madrepatria e nel resto del mondo gli album dei Beatles uscivano con 14 tracce, negli Stati Uniti la Capitol Records li faceva uscire con meno canzoni. Con i brani tolti da ogni album e i singoli che non vi erano compresi, venivano realizzati degli LP "in più" che uscivano solo sul mercato statunitense. Uno di questi si intitolava "Yesterday and today" e i Beatles scelsero come copertina una foto scattatagli dal fotografo Robert Whitaker, che vestì il quartetto con dei camici bianchi e gli mise in mano pezzi di bambole e brandelli di carne. L'album uscì, ma fu subito ritirato dai negozi in seguito alle polemiche per la sua copertina. Su questa venne incollata un'immagine più classica, e le copie reimmesse sul mercato.
La più famosa dichiarazione di John Lennon costò la più nota censura ai Beatles. Nel 1966 il "beatle ribelle" all'interno di un'intervista al quotidiano londinese "Evening Standard" (pubblicato il 4 marzo 1966) disse che i giovani conoscevano meglio i Beatles della figura di Gesù. Inserita nell'originario contesto, la frase passò inosservata. Fu quando alcuni mesi dopo la stessa intervista venne riportata pari pari dalla rivista statunitense per teenager "Datebook" (agosto 1966), che mise addirittura le parole di Lennon in copertina, che scoppiò lo scandalo. Negli Stati Uniti si levarono cori di protesta, che arrivarono al rogo dei dischi dei Beatles. John in conferenza stampa dovette chiedere scusa per quelle parole; nonostante questo il seguente tour negli USA si svolse in un clima molto teso: si temevano attentati nei confronti di Lennon.
Anche la radio non fu clemente nei confronti dei Beatles, furono infatti molteplici le censure ad opera della BBC e degli altri network. Se il testo di una canzone conteneva delle parole che potessero avere anche solamente un vago riferimento ad argomenti "sgraditi", il pezzo non veniva mandato in onda. È ad esempio il caso di "A day in the Life", che per il verso "sono andato di sopra e mi sono fatto una fumata" (sebbene riferito alle sigarette) fu censurato dalla BBC che temeva un'allusione alla marjiuana. Per fortuna ciò non impedì al pezzo di diventare un successo.
Un altro caso di censura fu quello relativo alla copertina dell'album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band". Per l'iconica foto con i cartonati dei personaggi famosi, John Lennon voleva anche l'immagine di Gesù Cristo, Hitler e Gandhi. I primi due gli furono bocciati dal produttore per opportunità, il terzo perché si temevano reazioni negative da parte del pubblico indiano.
Un caso clamoroso di censura nei confronti dei Beatles fu quello della cosiddetta "Butcher cover". Mentre in madrepatria e nel resto del mondo gli album dei Beatles uscivano con 14 tracce, negli Stati Uniti la Capitol Records li faceva uscire con meno canzoni. Con i brani tolti da ogni album e i singoli che non vi erano compresi, venivano realizzati degli LP "in più" che uscivano solo sul mercato statunitense. Uno di questi si intitolava "Yesterday and today" e i Beatles scelsero come copertina una foto scattatagli dal fotografo Robert Whitaker, che vestì il quartetto con dei camici bianchi e gli mise in mano pezzi di bambole e brandelli di carne. L'album uscì, ma fu subito ritirato dai negozi in seguito alle polemiche per la sua copertina. Su questa venne incollata un'immagine più classica, e le copie reimmesse sul mercato.
La più famosa dichiarazione di John Lennon costò la più nota censura ai Beatles. Nel 1966 il "beatle ribelle" all'interno di un'intervista al quotidiano londinese "Evening Standard" (pubblicato il 4 marzo 1966) disse che i giovani conoscevano meglio i Beatles della figura di Gesù. Inserita nell'originario contesto, la frase passò inosservata. Fu quando alcuni mesi dopo la stessa intervista venne riportata pari pari dalla rivista statunitense per teenager "Datebook" (agosto 1966), che mise addirittura le parole di Lennon in copertina, che scoppiò lo scandalo. Negli Stati Uniti si levarono cori di protesta, che arrivarono al rogo dei dischi dei Beatles. John in conferenza stampa dovette chiedere scusa per quelle parole; nonostante questo il seguente tour negli USA si svolse in un clima molto teso: si temevano attentati nei confronti di Lennon.
Anche la radio non fu clemente nei confronti dei Beatles, furono infatti molteplici le censure ad opera della BBC e degli altri network. Se il testo di una canzone conteneva delle parole che potessero avere anche solamente un vago riferimento ad argomenti "sgraditi", il pezzo non veniva mandato in onda. È ad esempio il caso di "A day in the Life", che per il verso "sono andato di sopra e mi sono fatto una fumata" (sebbene riferito alle sigarette) fu censurato dalla BBC che temeva un'allusione alla marjiuana. Per fortuna ciò non impedì al pezzo di diventare un successo.
Un altro caso di censura fu quello relativo alla copertina dell'album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band". Per l'iconica foto con i cartonati dei personaggi famosi, John Lennon voleva anche l'immagine di Gesù Cristo, Hitler e Gandhi. I primi due gli furono bocciati dal produttore per opportunità, il terzo perché si temevano reazioni negative da parte del pubblico indiano.
Articolo originale pubblicato il 07/09/2017 su Onda Musicale
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