25 novembre 2007

Un giorno di ordinaria follia (con digitale)

Una cosa da non fare è dare una macchina fotografica in mano a delle persone con manie di protagonismo. Se poi è una digitale, e i tizi sono quelli di AnomaliE, non se ne esce più.
In un sabato d’Ottobre Consuelo entra in Fumettoteca con una macchinetta nuova nuova, che scarta davanti a noi ed esclama "Facciamo una foto artistica!" Una? UNA? Una è stata la prima, e poi tutte le altre a raffica. Bastava scattare una foto che subito qualcuno saltava fuori proponendo una posizione nuova, che in confronto il Kamasutra sembra un libretto con 3 immagini. Guardiamo tutti di là! Giriamoci tutti così! Facciamo una faccia strana! Facciamoci tua sorella!
Dopo un po’ non ci stavamo più dentro. Emanuele sbagliava sempre la faccia da fare nelle foto. Gabriele e Alessandra cominciarono a limonare incuranti dell’apparecchio (fotografico, non quello dei denti). Solo il sedere di Federica, vero baricentro dell’universo, rimaneva stabile al suo posto.
Ma la cosa più strana la fece Omar. Avevamo deciso che non dovesse essere presente nelle foto, perché, diciamoci la verità, non è che sia poi così un bell’uomo. Ma con mossa fulminea la faccia di Omar riusciva sempre ad infilarsi nell’inquadratura un istante prima dello scatto, senza che riuscissimo a capire da dove spuntava. Le foto si sono così trasformate in una sorta di gioco tipo "Trova Omar!" che potete fare anche voi. Ah, Omar è quello con i baffi come The Edge degli U2!

17 novembre 2007

Ivette Reloaded

Ritorna il fumetto della donna che amava i cavalli!

Ricordate lo splendido fumetto "Ivette" di Consuelo, le cui prime due puntate sono state pubblicate su AnomaliE dalla primavera all’autunno 2003? No? Beh, in effetti è probabile visto che la terza e ultima parte vi ha fatto attendere finora. E sapete perché? Perché la Consu fa la preziosa, e voleva che il pathos per la sua opera giungesse al punto giusto prima di stenderci con un magnifico finale. E visto che eravamo ansiosi di sapere come si concludesse, abbiamo invitato i soci e gli amici di AnomaliE e Fumettoteca Mad a scrivere un finale per il fumetto, che potete confrontare con quello pubblicato su questo numero.
Vi riassumo cos’è successo finora: Ci troviamo in una colonia del Massachussetz (con la Z) nel 1675. Un tribunale di padri pellegrini-quaccheri-mormoni-amish sta giudicando una ragazza di nome Ivette per "aver commesso col cavallo, atti che offendono la morale pubblica". Contro ogni logica, il giudice decide di condannare a morte Varenne invece della ragazza. Prima che la sentenza venga eseguita, Ivette bacia il cavallo (con lingua), suscitando l’indignazione di tutta la giuria (tranne di un tipo che se la ride in basso a destra nella vignetta). A quel punto salta su una tipa che grida "Quella donna è una strega! Prendetela" Due soldati vestiti da guardie svizzere bloccano la protagonista. Come si può ben notare dalla vignetta, un militare la prende per una spalla e un braccio, mentre l’altro le tocca una tetta. Perché i soldati sono vestiti da guardie svizzere? Boh, probabilmente la Consu non aveva voglia di comperarsi un libro con le divise americane del 1600, e ha preso ispirazione da un libro sul Vaticano che aveva in casa. Fortuna che non aveva un libro sui chihuahua! Purtroppo Ivette viene impiccata. A questo punto sorge angosciosa la domanda: "Cosa succederà adesso?" Ma soprattutto: "Perché il fumetto si intitola Ivette se lei muore subito?" Non lo so, dovete chiederlo alla Consu. Pertanto se in città vedete una tipa pettinata come Hermione di Harry Potter domandatelo a lei. La sera, i vip del paese si ritrovano a cena. Si scopre che il giudice è anche il governatore, e che la tipa che gridava "Prendetela!" è sua moglie Ester. Proprio lei lascia il convivio e si ritira in una stalla, dove dice: "Adesso puoi anche tornare uomo" ad una figura nell’ombra, che muta all’istante le sue fattezze di cavallo in quelle di un uomo nudo. Lui le grida "Maledetta" e protende un braccio per strangolarla, ma Ester dopo aver detto "Adesso possiamo stare insieme senza scocciature", gli trasforma l’arto in una zampa equina zoccoluta. L’ultima battuta del fumetto è di quella zoccola di Ester che grida: "È inutile che provi a farmi qualcosa!" Se non si fosse capito dal mio riassunto, il fumetto è drammatico.
E ora che succederà? Arriverà Robert Redford per sussurrare qualcosa all’orecchio del cavallo? Ester pronuncerà la famosa battuta: "Cavallo goloso"? Questi sono alcuni dei finali proposti alla redazione di AnomaliE:


1) Ivette in realtà non è morta, con uno stratagemma fa scoprire agli altri che Ester è una strega e la uccide tramite veleno. Morta la vera strega, si spezza l’incantesimo: Ivette può vivere felice con l’uomo-non più cavallo
2) Ivette è viva e fugge con il cavallo, continuando con lui a fare cose sconvenienti anche se è un animale (o forse proprio perché è un animale)
3) L’uomo-cavallo, per vendicarsi, comincia a defecare abbondantemente. La strega Ester è depressa dalle conseguenze del comportamento del suo prigioniero e quasi sul lastrico per pagare i pulitori delle stalle, che regolarmente si licenziano per il troppo lavoro. Ester si rivolge quindi al Super Uomo Bandana "Alè alé lavoro per tutti" ("alè alé" ci sta!); fu così che il Super Uomo Bandana scoprì come è bello essere sottomessi a un cavallo.
4) Non avendo inizio concreto, ma ponendosi come situazione diacronica, non è possibile definirne un finale temporale.
5) L’uomo-cavallo uccide con un calcio Ester. Morendo la strega, tutto quello che è accaduto per suo volere torna indietro. Quindi Ivette torna in vita, l’uomo-cavallo torna ad essere solo un uomo e vivono felici e contenti.
6) La strega Ester sta per baciare l’uomo-cavallo: lui ne approfitta per soffocarla. Con il cadavere della cattiva ai suoi piedi, lui non può fare a meno di pensare alla sua amata, e muore per il dispiacere, raggiungendo Ivette in paradiso.
7) La cattiva si gira, il cavallo gli pianta lo zoccolo in mezzo agli occhi, il sangue per terra forma la scritta "vaffanculo". La cattiva si reincarna nell’uomo con la pelata (nella terza tavola, sesta vignetta) seduce Ivette e la costringe sotto acido a uccidere il cavallo. Ivette compie il suo dovere (il sangue del cavallo forma la scritta "Viva Villa") Ivette capisce ciò che ha fatto ma ormai è tardi: l’uomo con la pelata scappa con il giudice con il cappello.
8) Ivette è morta, diventa una succube (una creatura degli inferi nekogirl), torna e si trova un’altra fidanzata (era bisessuale)
9) Ivette morta si reincarna in una cavalla libera e fugge insieme all’uomo-cavallo. Da esseri umani non saranno mai liberi e felici, ma da cavalli?
10) Ivette è viva: in realtà era veramente una strega e ora può rivelare il suo vero intento! Lei non amava l’uomo-cavallo, lo usava solamente per arrivare a Ester, che invece ne era realmente innamorata. Ivette uccide l’animale-uomo e maledice Ester per farla diventare sua schiava.
11) La strega se ne va, mentre l’uomo cavallo annega nel suo dolore. Entra in scena la bambina cieca addetta alle stalle, che scivola sullo sterco di cavallo e muore trafitta da un oggetto stupido tipo un Happy Meal. L’uomo-cavallo, che non capisce che la bambina è morta, inizia a raccontarle la sua vita. Si apre così la noiosissima storia di lui che aveva rubato il gelato a Ester, lei lo trasforma in uomo-cavallo e si innamora di lui, ma lei aveva una rivale, Ivette, che aveva la passione per i cavalli, così la fece ammazzare. Ad un certo punto durante il racconto, uno spadaccino entra spaccando il muro della stalla in legno: anche lui si era innamorato del cavallo (dopo l’incantesimo), lo spadaccino uccide la strega e rapisce l’uomo-cavallo felice e contento. Mentre la bambina cieca si fonde con l’Happy Meal e uccide tutti.
12) L’uomo-cavallo uccide la strega Ester, acquisisce i suoi poteri, resuscita Ivette ed assieme fondano una società ideale basata su amore libero, lussuria e stregoneria.
13) Ivette risorgerà (era veramente una strega), con i suoi nuovi poteri scaturiti con la rinascita, farà capire agli umani che hanno fatto una stronzata, aprirà il loro cuore e si tromberà il cavallo.
14) Il governatore sorprende Ester con l’uomo-cavallo e li fa uccidere entrambi; nonostante la strega sia sua moglie, lui fa rispettare le leggi del villaggio.
15) Lui si accascia per terra e si mette a piangere ed urlare. Quando la signora Ester (in veste di maga nera) chiede all’uomo-cavallo di esprimere un desiderio, un qualsiasi desiderio a parte resuscitare Ivette (gesto insensato), lui commosso pronuncia con un tono emorroidale le seguenti parole: "Ester, vorrei che tu abbia un cuore". Appare Bobby Solo cantando di sottofondo "Una lacrima sul viso". Ester scompare in una nuvola rossa, la maledizione che lo rendeva cavallo sparisce, la pace nel mondo trionfa, cade il governo Berlusconi, ma Ivette rimane morta. Lui, in preda alla disperazione, si fa operare a Casablanca e diventa Ivette in onore di Ivette e di Almodovar.

Una breve quanto inutile statistica sui finali (anche quelli qui non pubblicati) ci dice che per metà dei partecipanti al sondaggio la storia termina bene, e ovviamente per l’altra metà si conclude male. Per quasi tutti Ester muore, mentre nel 50% dei finali Ivette non è morta o risorge. Anche la sopravvivenza dell’uomo-cavallo è ipotizzata dalla metà dei partecipanti. Sono in minoranza quelli che prevedono scene di sesso tra le protagoniste e il cavallo. Volete scrivere anche voi un finale alternativo? E allora inviatelo all’indirizzo redazione(at)anomalie-net.com, via SMS al numero 3477729979, o ancora meglio passate presso la Fumettoteca Mad - Centro Grafico, via Roma 60 TN, giovedì (possibilmente), venerdì e sabato dalle 16.00 alle 19.00.
Concludo ringraziando Alessandra per il sondaggio e Consuelo per il fumetto!

Tommy

11 novembre 2007

Un certo giornalismo fa schifo

Nel secolo dell’informazione in tempo reale, uno degli errori più gravi che possiamo fare è apprendere le notizie passivamente, senza ragionare su alcuni meccanismi fondamentali, che fanno la differenza tra "informazione" e "presa per i fondelli". Leggendo un giornale o guardando un TG, è meglio riflettere su alcuni punti.


La scelta delle notizie.

Com'è possibile che ogni giorno succeda un numero di eventi tale da riempire esattamente un quotidiano, o una mezz'ora di telegiornale? Ovviamente i giornalisti effettuano una scelta tra le notizie, per decidere quali pubblicare. Ma se questo è logico e chiaro per tutti, in realtà nasconde una grossa insidia: i notiziari non ci dicono quello che realmente succede, ma solo quello che vogliono che noi sappiamo (e quindi pensiamo). Pertanto, pur senza esprimere posizioni politiche o ideologiche palesi, i mass media cercano di "tirarci dalla loro parte" facendoci conoscere solo quello che vogliono, e nascondendoci tutto il resto. I notiziari europei parlano per il 70% dell'Europa, e per il 30% degli Stati Uniti. Possibile che nel resto del mondo non succeda proprio nulla? Perché se un Italiano viene investito fa notizia, mentre in Africa, Sud America, Asia e Oceania dev'esserci una strage con minimo quaranta morti perché la stampa se ne occupi? Tanto più la notizia viene da lontano, e tanto maggiore deve essere il numero dei morti! Quando venite a conoscenza di una raccolta di fondi per cercare di risolvere un'emergenza in Africa non vi viene da pensare: "ma perché nessuno finora ci ha mai detto che c'è questo dramma (mentre me l'hanno spiegato in dieci servizi diversi qual è il gelato preferito dalle veline)"?
La risposta è semplice quanto raccapricciante: le notizie da diffondere vengono scelte in base al criterio della vendibilità. I giornali sono infarciti di inserzioni pubblicitarie, e i TG sono preceduti e seguiti (quando non interrotti) dagli spot, i quali non rinnovano il contratto se il notiziario non ha abbastanza pubblico. E quali sono le notizie più vendibili? Quelle che fanno sensazionalismo. Per questo ogni notizia ci viene proposta come fosse questione di vita o di morte! Il messaggio è: se non ascoltiamo quelle notizie siamo spacciati. E se non sappiamo qual è il gelato preferito dalle veline siamo sfigati (che televisivamente è anche peggio: un morto fa notizia, uno sfigato no)!
Ma come trasformare una notizia stupida in questione di vita o di morte? Ci sono molti modi; uno è quello del "filotto". Mi spiego con un esempio. In tutto il mondo, ogni giorno, una persona viene rapinata, un uomo investito, un cane morde un uomo, un ascensore cade. I giornalisti non puntano su questi fatti, tanto non fanno notizia. Ne pubblicano uno ogni tanto, proprio se avanza posto. Ma se quella notizia riscuote interesse nel pubblico, allora i mass media continuano a pubblicarla ogni volta che succede di nuovo, montando la cosa fino all’estremo, finché la gente non comincia a perdere interesse. Sono fenomeni che durano normalmente non più di un paio di settimane, e che prevalentemente avvengono d'estate (quando ci sono meno notizie importanti). A questo punto serve fare un passo indietro: perché la gente di colpo trova fondamentale una cosa che il giorno prima non gli interessava? E' un meccanismo psicologico, per cui abbiamo sempre bisogno di un qualche "nemico" di cui avere paura e contro cui scagliare la nostra rabbia repressa e primitiva. E i mass media pompano questa nostra fobia in maniera impressionante.


Falsa informazione

Quello che ci viene mostrato in un servizio del TG non è sempre quello che realmente è successo o si può vedere andando sul luogo del fatto. In alcuni casi i servizi televisivi vengono realizzati con materiale di repertorio, e solo poche persone molto attente e con un'ottima memoria visiva se ne possono accorgere. E' famosa la puntata di "Striscia la notizia" in cui mostrarono come in un'edizione del TG1 le stesse immagini (auto in fiamme nella notte) venissero mostrate in un servizio sull'Irlanda del Nord e in uno sul Medio Oriente. Quasi sicuramente non erano né l'uno né l'altro. La stessa considerazione vale per le foto sui giornali. E se fanno queste mistificazioni con le immagini, figuratevi con le notizie!
Durante un colloquio, un giornalista mi raccontò un episodio che gli successe quando lavorava per il telegiornale di E. F. (censuro il nome per evitare denuncie, ma è tutto vero!) Il direttore lo chiamò, gli diede una bambola in mano, e gli disse: "C'è stato un incidente in autostrada, in cui è morta una donna con una bambina. Metti questa vicino ai rottami e fai le riprese." Il giornalista diede le dimissioni quel giorno. Pensate a questo fatto quando in un servizio vengono inquadrati degli oggetti personali vicino a rottami di incidenti. Vi chiederete perché E. F. abbia delle bambole in ufficio. Me lo spiegò lo stesso giornalista: c'è un'anziana signora, fan sfegatata del direttore del TG, che spesso gli fa dei regali tra cui bambole. A quanto pare l'amore oltre ad essere cieco è anche sordo!
Pensate che quando i giornali e i TG riportano una notizia abbiano sempre mandato un inviato sul posto? Assolutamente no! In molti casi la redazione ha semplicemente acquistato la news dalle grandi agenzie di stampa (come l'ANSA o la Reuters). E le agenzie hanno degli inviati sul posto? Assolutamente no! Le grandi organizzazioni di stampa fanno solo lavoro d'ufficio, e prendono le notizie dalle piccole agenzie. Le quali, manco a dirlo, non hanno degli inviati ma prendono le informazioni dai quotidiani locali. Sono quindi talmente numerosi i passaggi che quando la notizia finisce sui grandi giornali, chi la pubblica non ha la più pallida idea di cosa sia successo realmente (e in molti casi di che cosa stia parlando).
Pensavate che un giornalista, rispettando la deontologia professionale, pubblicasse solo notizie certe e acquisite in prima persona, altrimenti è come scrivere la recensione di un film senza averlo visto? In molti casi purtroppo non è così, e anche i commenti ai film sono copiati da recensioni già pubblicate.
Purtroppo ci si accorge di questo solo quando un fatto di cronaca avviene vicino a noi. Noi sappiamo esattamente come è andata la cosa, il quotidiano provinciale riporta la notizia in maniera abbastanza approssimativa, il giornale nazionale la ripropone diversa dalla realtà, e infine il TG la presenta completamente deformata. Così un petardo può trasformarsi in una bomba.
Lo stravolgimento dei fatti avviene anche a causa di un altro fattore. Le agenzie di stampa propongono ad ogni giornale i titoli delle notizie, il quale decide se acquistarle o meno. Se questo vuole comperare un’informazione, deve pagare l'agenzia. Ma se vuole pubblicare una notizia però non ritiene convenga pagarla, il giornalista inventerà i fatti di sana pianta partendo dal solo titolo! Lo fanno veramente!
Il meccanismo dei passaggi consente che alle volte vengano pubblicate notizie completamente inesistenti. Il percorso è semplice. In una città arriva una nuova leggenda metropolitana, che dopo un paio di passaggi di bocca in bocca viene ambientata proprio in quel luogo. La falsa notizia ritenuta vera giunge alle orecchie di un giornalista che la pubblica su di un periodico provinciale, da questo viene raccolta dalle agenzie di stampa, e poi divulgata dai quotidiani nazionali. Pensate che sul "Messaggero" è stata pubblicata come vera la leggenda metropolitana della "ragazza dei 33 cl"!
Ma se in questi casi è l'ingenuità dei giornalisti a generare la falsa notizia, ci sono casi in cui le "bufale" vengono inventate di sana pianta. Esistono delle agenzie che di professione inventano le notizie. Certo, il lavoro è fatto a regola d'arte ed è praticamente impossibile distinguerle da quelle vere!


Il linguaggio

Avete mai fatto caso a come i giornalisti, in particolare quelli televisivi, usino sempre le stesse frasi per commentare le notizie? Riflettiamo su alcune espressioni tipo:

SPETTACOLARE INCIDENTE: una cosa spettacolare è positiva, e cosa può esserci di positivo in un incidente con morti e feriti? Oltretutto che l'espressione viene usata sia nel caso si scontrino 10 tir, sia che una Vespa finisca contro un palo.

PIOGGE TORRENZIALI: d'accordo, può piovere tanto, ma lo sapete quanta acqua porta un torrente? Oltretutto che esistono un sacco di aggettivi per definire la pioggia, non solo "torrenziali"!

VITTORIA SCHIACCIANTE: fateci caso, viene usata indipendentemente dal risultato. La si sente per l'1-0, il 2-1, il 3-2...

L'ESODO ESTIVO: lo sapete cos'è un esodo? Allora come si può definire "esodo" un gruppo di persone, seppur numeroso, che va in vacanza? Oltretutto che esistono molti altri termini per dire la stessa cosa: possibile che in tutta l'estate ai giornalisti non venga in mente un solo sinonimo? Stessa considerazione vale per IL CONTROESODO ESTIVO.
Ma, rimanendo in tema, sapete quanti Italiani si mettono in viaggio durante "l'esodo" e "il controesodo"? Dagli 8 ai 10 milioni. Ogni giorno. SEMPRE! O almeno i giornalisti ci dicono così. Fateci caso: secondo i telegiornali in onda dal 15 giugno al 15 agosto, ogni giorno 8-10 milioni di Italiani partecipano all'esodo, e da ferragosto al 15 settembre altrettanti al controesodo. Ovvero dai 480 ai 600 milioni di Italiani vanno in vacanza tutti assieme, e ne tornano "solo" 240-300 milioni. Ma gli Italiani non erano 60 milioni?

TRAGEDIA ANNUNCIATA: sono come le profezie di Nostradamus: vengono annunciate solo dopo che sono già avvenute! E tutte, eh!

L'ITALIA E' DIVISA IN DUE DAL MALTEMPO: qualcuno forse pensa che se a Trento c'è il sole deve per forza esserci anche a Palermo?

EMERGENZA: in ogni TG deve esserci almeno un'emergenza, altrimenti calano gli ascolti. Pertanto tra le notizie del giorno ne scelgono sempre una che viene elevata al rango di "emergenza nazionale". Così abbiamo "l'emergenza maltempo", "l'emergenza immigrati", "l’emergenza criminalità", "l'emergenza pitbull", "l’emergenza pellegrini", "l'emergenza yo-yo" (quelli riempiti con acqua di fogna, ve li ricordate?) ...

Ascoltando il telegiornale, fate questo esperimento: dopo aver sentito metà frase, togliete l'audio e provate a completarla. Ci riuscirete senza problemi.


Gli effetti.

Perché è importante riconoscere questi meccanismi? Anche se non ce ne rendiamo conto, il giornalismo influenza la nostra vita, soprattutto il cattivo giornalismo. Se (per esempio) a Palermo un topo d'appartamento ruba qualche spicciolo in una casa di notte, la notizia è da poco e può non essere considerata dalla stampa. Senza alcun effetto sulla popolazione. Ma se la stessa notizia viene data con molta enfasi, e gridata come "emergenza criminalità", allora aumentano le vendite di antifurti persino a Milano, ci sono i dati. Non bisogna quindi sottovalutare l'influenza disastrosa che il giornalismo può avere anche sulla nostra vita quotidiana!


Tommy

04 novembre 2007

Le canne fanno male, credetemi

Non vi stordirò con numeri né parole roboanti, perché non ho bisogno di difendermi. Vi presento invece due persone vere, due miei amici, perché sono quelli che contano no?

Luca ha 18 anni, i capelli lunghi e la faccia di uno che potrebbe sfidare il mondo. Le ragazze gli vanno dietro per la sicurezza e la disinvoltura che dimostra. Se riesci a diventare suo amico sei a posto, perché è il leader della classe, e gli amici non li tradisce mai. Ride spesso, e ci fa sentire una compagnia unita. Come tutti si fa una canna ogni tanto, è normale. Ma Luca è un figo, e perciò se le fa anche più spesso degli altri. È lui che porta il fumo in classe e rifornisce tutti. E se non hai i soldi per pagarlo, sai già che dividerà la sua canna con te. Ogni tanto se ne accende una nei bagni della scuola, e nessun prof l’ha mai beccato. È per questo che è il leader. Se ne fa più spesso degli altri, già, e non so per quale motivo se le segna sul diario. Siamo in pochi a saperlo, solo ai due amici più stretti lo fa leggere. Ogni tanto prende in mano il diario e "recita" le sue canne, spiegandoci il giorno e il luogo in cui le ha fumate. Le sue preferite sono "canna nel letto", "canna sotto la doccia" e "canna sul poggiolo con i miei nell’altra stanza". Quando in classe lo vedo euforico più del solito, so già cosa fare: controllo sul suo diario, sicuramente se ne è fatta una prima di venire a scuola. Quando l’ho conosciuto si faceva una canna alla settimana, ora una al giorno. Ormai è perennemente euforico. Se gli si racconta un cosa divertente, lui fa la sua famosa risata "ehehehehehehehehehe!" Se gli si dice una cosa normale, lui fa la stessa risata. Quando gli fai una domanda, lui risponde con la prima stupidaggine che gli viene in mente, oppure con una cosa che non c’entra niente. I suoi temi d’Italiano sono assolutamente incomprensibili, una lunga fila di parole scollegate tra di loro. Il prof gli dà 6 per pietà. È più in marina che a scuola, e i prof hanno già detto che lo segheranno. Sarà l’unico della classe, quest’anno. Ormai la sua vita è scollegata dalla realtà, l’unico suo punto fisso sono le canne, che ha smesso di segnare perché sono diventate troppe.

Andrea è il più figo della scuola. La mattina vengono persino le ragazze da Ragioneria per vederlo davanti alla scuola. Capelli lunghi e biondi, tutte le tipe gli vanno dietro, e per i ragazzi è un modello a cui assomigliare. Chi non vorrebbe avere tanta figa attorno? Andrea gioca a calcio in una squadra, e forse l’anno prossimo lo prendono in una categoria superiore. Inoltre è un patito della musica, in particolare dei gruppi alternativi e del reggae. Sullo zaino ha cucita un’immagine di Bob Marley, e al collo la foglia di marija, come molti. "Bob diceva che ognuno deve fare per sé, ma le canne vanno divise con tutti" mi spiega. Nonostante la passione per il reggae, Andrea va spesso in discoteca. "È lì che c’è più figa", e come dargli torto? Si fa le canne come tutti, o forse un po’ più di tutti. È sempre più spesso euforico, anche in classe. Quando gli fai una domanda, lui cerca sempre di farti ridere o di stupirti, ma non ti risponde giusto. Una volta un prof l’ha interrogato la prima ora, e vedendo che gli rispondeva a vanvera gli ha domandato "Ma ti sei fatto una canna prima di venire a scuola?" Lui ha risposto "Sì", e noi lo abbiamo applaudito. È stato divertente, ma più passa il tempo e più lui risponde a vanvera a tutte le domande. Fino all’anno scorso si faceva una canna alla settimana, adesso ogni volta che ha tempo e un po’ di fumo. Ovvero sempre più spesso, anche più di una volta al giorno. Essendo le sue interrogazioni e i suoi temi sconclusionati o in bianco, è stato segato, perciò ci siamo persi di vista. Lo incontro ogni tanto, casualmente, in discoteca o la sera nei bar. Speravo avesse smesso di farsi le canne, come tutti i ragazzi (ancora) sani di mente dopo i 18-19 anni. Gli domando come sta e cosa fa adesso, ma lui risponde come se avesse la testa altrove, come se vivesse in un altro mondo. È ormai impossibile avere una risposta sensata da lui. Era il nostro modello, e ora lo vediamo girare come uno zombie.

Farsi una canna al mese fa bene, una alla settimana fa male, una al giorno ti brucia il cervello. E una volta che il cervello se ne è andato, anche se smetti non torna più. Ricorda i sintomi che ho descritto, e fai caso se li vedi anche tu in qualcuno che conosci che si fa le canne spesso: avrai la conferma di quello che dico. Quando sei in allegria con i tuoi compagni, fatti pure una canna che fa gruppo. Ma dopo i 18-19 anni smetti, o sarai rincoglionito a vita. Ricorda che chi ti dice che le canne non fanno male, è perché ha del fumo da venderti, e non riesce a smettere. E rifletti sul fatto che chi proclama che "tutti i giovani si fanno le canne" è un idiota, perché pensa che tu sia talmente coglione da aderire a questa mentalità senza domandarti se è vero, e se è bene o male.