Sulla figura dei Beatles c'è un'ombra che ogni tanto si riaffaccia: quella della droga. È vero che ne facessero uso? Di che tipo? Per quale motivo? Che testimonianze abbiamo? Vediamo di rispondere a tutte queste domande.
Si dice che fu Bob Dylan ad avvicinare i Beatles alla marijuana nel 1964, ma in realtà i ragazzi ne facevano uso già da prima. Memorabile è l'episodio dello "spinello di Buckingam Palace": John Lennon dichiarò che i Beatles si erano fatti una canna nel bagno del palazzo della regina nel giorno della loro investitura a baronetti (26 ottobre 1965); la circostanza fu però smentita da George Harrison. Si troverà prova del loro rapporto con la marijuana anche nella canzone "Got to get you in to my life", dedicata da Paul McCartney alla cannabis: "Ero solo, feci un viaggio, non sapevo cosa avrei trovato lì. Un’altra strada dove forse io avrei potuto trovare un altro modo di pensare. Oh, poi improvvisamente vedo te. Oh, ti ho detto che ho bisogno di te ogni singolo giorno della mia vita?" Anche un brano apparentemente innocuo come "Day tripper" è riferito alla marijuana: è infatti dedicata a quelli che si fanno le "canne" solo nel week end e non ne seguono la filosofia; viaggiatori per un giorno solo, appunto: "Hai un buon motivo per prendere la via più facile ora. Era una turista per un giorno, un biglietto di sola andata. Mi ci è voluto molto per capirlo, e l’ho capito."
Successivamente i ragazzi passarono all'assunzione di LSD, che li aiutava a scrivere i loro testi più fantastici. È tuttavia un errore pensare che componessero sempre e soltanto sotto l'utilizzo di droghe. Se ne trova traccia ad esempio in "Tomorrow never knows", scritta da John Lennon e ispirata dal volume "The Psychedelic Experience: A Manual Based On The Tibetan Book Of The Dead" di Timothy Leary, "profeta" dell'LSD. Lennon seguì le istruzioni contenute nel libro, prese l'acido e scrisse "Tomorrow never knows": "Spegni la testa, rilassati e fluttua lungo la corrente. Non è morire, non è morire. Distendi tutti i pensieri, arrenditi al vuoto. È brillare, è brillare." Sono così tanti e così palesi i riferimenti alle droghe nelle canzoni dei Beatles, che di certo non avevano bisogno di nasconderli nei brani come alcuni sostengono (vedi il caso di "Lucy in the Sky with Diamonds" o "I am the Walrus").
Dopo lo scioglimento della band i ragazzi smisero di fare uso di droghe pesanti, a parte Lennon che iniziò a farsi di cocaina. Nel 1992 sono state pubblicate le registrazioni di una session in studio del 1974 di John e amici strafatti, e tra le tracce si sente Lennon chiedere "Vuoi farti una sniffata, Steve? Un tiro? La roba è in giro", in Inglese "A Toot and a Snore" che dà il titolo all'incisione.
Si dice che fu Bob Dylan ad avvicinare i Beatles alla marijuana nel 1964, ma in realtà i ragazzi ne facevano uso già da prima. Memorabile è l'episodio dello "spinello di Buckingam Palace": John Lennon dichiarò che i Beatles si erano fatti una canna nel bagno del palazzo della regina nel giorno della loro investitura a baronetti (26 ottobre 1965); la circostanza fu però smentita da George Harrison. Si troverà prova del loro rapporto con la marijuana anche nella canzone "Got to get you in to my life", dedicata da Paul McCartney alla cannabis: "Ero solo, feci un viaggio, non sapevo cosa avrei trovato lì. Un’altra strada dove forse io avrei potuto trovare un altro modo di pensare. Oh, poi improvvisamente vedo te. Oh, ti ho detto che ho bisogno di te ogni singolo giorno della mia vita?" Anche un brano apparentemente innocuo come "Day tripper" è riferito alla marijuana: è infatti dedicata a quelli che si fanno le "canne" solo nel week end e non ne seguono la filosofia; viaggiatori per un giorno solo, appunto: "Hai un buon motivo per prendere la via più facile ora. Era una turista per un giorno, un biglietto di sola andata. Mi ci è voluto molto per capirlo, e l’ho capito."
Successivamente i ragazzi passarono all'assunzione di LSD, che li aiutava a scrivere i loro testi più fantastici. È tuttavia un errore pensare che componessero sempre e soltanto sotto l'utilizzo di droghe. Se ne trova traccia ad esempio in "Tomorrow never knows", scritta da John Lennon e ispirata dal volume "The Psychedelic Experience: A Manual Based On The Tibetan Book Of The Dead" di Timothy Leary, "profeta" dell'LSD. Lennon seguì le istruzioni contenute nel libro, prese l'acido e scrisse "Tomorrow never knows": "Spegni la testa, rilassati e fluttua lungo la corrente. Non è morire, non è morire. Distendi tutti i pensieri, arrenditi al vuoto. È brillare, è brillare." Sono così tanti e così palesi i riferimenti alle droghe nelle canzoni dei Beatles, che di certo non avevano bisogno di nasconderli nei brani come alcuni sostengono (vedi il caso di "Lucy in the Sky with Diamonds" o "I am the Walrus").
Dopo lo scioglimento della band i ragazzi smisero di fare uso di droghe pesanti, a parte Lennon che iniziò a farsi di cocaina. Nel 1992 sono state pubblicate le registrazioni di una session in studio del 1974 di John e amici strafatti, e tra le tracce si sente Lennon chiedere "Vuoi farti una sniffata, Steve? Un tiro? La roba è in giro", in Inglese "A Toot and a Snore" che dà il titolo all'incisione.
Articolo originale pubblicato il 19/19/2017 su Onda Musicale
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