Un film capolavoro, la cui produzione fu funestata da incidenti e molti problemi.
"Il mago di Oz" è un film statunitense del 1939 interpretato da Judy Garland e diretto da Victor Fleming. Il soggetto è tratto dal romanzo "Il meraviglioso mago di Oz" di L. Frank Baum, il primo di una serie di quattordici libri.
La trama è nota a tutti: la piccola Dorothy e il suo cane Toto finiscono in mezzo a un tornado che li porta nel regno di Oz. Assieme a tre strani personaggi (lo spaventapasseri, l'uomo di latta e il leone pauroso) Dorothy percorrerà la strada che porta dal mago di Oz, affinché questi realizzi i desideri del gruppetto.
Quando la Metro-Goldwyn-Mayer acquistò i diritti sul libro, già aveva in progetto di realizzare un kolossal: la casa cinematografica non badò a spese per produrre uno dei primi grandi film in Technicolor, che vide al lavoro sulla trama ben quattordici sceneggiatori.
Il cast
Mettere assieme la squadra degli attori protagonisti de "Il mago di Oz" non fu semplice, in quanto vi furono molti incidenti e defezioni a riprese già iniziate.
Per il ruolo della protagonista erano in lizza due "pesi massimi" hollywoodiani, sebbene fossero solo delle ragazzine: Judy Garland e Shirley Temple, rispettivamente 16 e 10 anni all'inizio delle riprese. La seconda era anagraficamente più vicina a Dorothy, ma era vincolata da un contratto con la 20th Century Fox. La MGM si impegnò in trattative degne del calciomercato per averla: durante il periodo in cui Shirley Temple sarebbe stata con loro, la casa cinematografica avrebbe offerto in prestito alla rivale due grandi attori come Clark Gable e Jean Harlow. Causa la morte di quest'ultima, ma soprattutto la scelta definitiva di puntare su Judy Garland, l'accordo non giunse mai a termine. Mervyn LeRoy, produttore del film, si dichiarò soddisfatto della scelta, definendo l'attrice "straordinaria".
Lo stesso produttore decise di assumere Ray Bolger come Uomo di latta, e Buddy Ebsen come Spaventapasseri. I due attori, pur interessati a partecipare al film, non sentivano proprio il personaggio affidatogli e chiesero a Mervyn LeRoy di potersi scambiare di ruolo. La produzione acconsentì a questa inversione, che si rivelò vincente in particolare perché consentì a Bolger di mostrare sulla pellicola le sue doti di danzatore.
Ray Bolger era infatti un ballerino di Tip-tap di Broadway che fino a quel momento aveva avuto poca visibilità sul grande schermo. "Il mago di Oz" fece conoscere in tutto il mondo le sue capacità di danza acrobatica, ma anche di simpatia e recitazione. Senza nulla togliere a Judy Garland, la performance di Ray Bolger nel film è strepitosa.
Come detto poc'anzi il ruolo dell'Uomo di latta fu affidato a Buddy Ebsen. Egli dovette tuttavia rinunciare all'incarico dopo una decina di giorni dall'inizio delle riprese, in quanto sviluppò una forte intolleranza all'alluminio, elemento presente in grande quantità nel trucco che gli veniva messo sul viso. Senza contare che tale sostanza veniva applicata in polvere, con conseguente involontaria e massiccia inalazione da parte dell'attore, che ebbe problemi di respirazione che rischiarono di ucciderlo. Si riprese solo dopo due mesi di ospedale, e nel frattempo il ruolo dell'Uomo di latta era stato affidato a Jack Haley.
Gale Sondergaard venne scelta per interpretare la Strega dell'Ovest, una cattiva piena di fascino e mistero, e lei accettò volentieri. Quando però la produzione decise di cambiare il personaggio nella classica strega brutta, l'attrice ci rimase male, e rinunciò alla parte ufficialmente perché non voleva sottoporsi alle lunghe sessioni di trucco imbruttente. La produzione contattò quindi l'attrice Margaret Hamilton. Questa era una fan dei libri di Frank Baum, pertanto accolse con entusiasmo la notizia, salvo rimanerci un po' male quando seppe per quale ruolo era stata convocata.
Per il ruolo del leone codardo la produzione aveva scelto di utilizzare un vero animale, e tra il resto non uno qualsiasi. Mervyn LeRoy voleva in scena Leo, il leone del logo della MGM, che sarebbe stato doppiato da un attore. Le difficoltà nell'addestrare l'animale alla recitazione, nonché la comprensibile paura che ne avevano gli attori, fece però optare la produzione per un attore travestito da leone. Bert Lahr ottenne la parte dopo un brevissimo casting.
Stabiliti gli attori principali, era il momento di pensare a chi avrebbe interpretato i Mastichini, ovvero gli abitanti del regno di Oz. Gli studi si riempirono di nani e bambini provenienti da tutti gli Stati Uniti, sembra centinaia, ognuno con un costume e un trucco diverso. L'essere così numerosi - e, pare, l'eccesso di alcool - stimolava i piccoli attori alla goliardia, che li spingeva a fare "scorribande" sul set e ad importunare le attrici, in particolare la povera Judy Garland.
Rimpiazzato - come detto - il leone, si trattava di sistemare gli altri animali previsti dalla sceneggiatura. Per la parte di Toto venne scelta Terry, cagnolina già star di Hollywood, con una retribuzione fissa di 125 dollari (dell'epoca) a settimana. Terry aveva già recitato in diversi film, a partire da "La mascotte dell'aeroporto" del 1934 con Shirley Temple. Durante le riprese de "Il mago di Oz" una delle comparse le pestò una zampa, e dovettero sostituirla per due settimane con un altro cane. Avendo stabilito un forte rapporto con Terry durante le riprese, Judy Garland si propose per adottarla, ma il suo padrone rifiutò. Il sito IMDB la definisce "Senza dubbio, il cane più conosciuto nella storia del cinema. Molti cani hanno cercato di eclissare il successo di Terry [...] Molti non sanno che Terry ha un'autobiografia disponibile nella maggior parte dei negozi [...] Terry è apparsa in oltre 10 film di Hollywood. L'industria ha preso un duro colpo quando è morta." Terry passò a miglior vita per cause naturali nel 1945, dopo 12 anni di vita e poco meno di carriera; nell'Hollywood Forever Cemetery c'è una statua in suo onore.
Per il ruolo del cavallo della Città di Smeraldo, quello che cambia colore, vennero utilizzati diversi animali tinti con cristalli di gelatina. Le riprese andavano fatte in fretta, perché i cavalli tendevano a leccarsi via la gelatina. Un altro animale star dell'epoca impegnato sul set fu il corvo imperiale Jimmy the raven, apparso in diversi film.
Dorothy e Toto |
La lavorazione
Le riprese della pellicola furono caratterizzate da incidenti e molteplici cambi di direzione.
La lavorazione del film iniziò sotto la regia di Richard Thorpe, che diresse gran parte della pellicola. Durante una sosta forzata, a causa del ricovero del primo "Uomo di latta", il produttore Mervyn LeRoy volle visionare il girato, e non ne fu soddisfatto. In particolare lo trovò privo di "spirito infantile", e sostituì il regista con George Cukor. Questi sembra non girò nessuna scena, ma fu fondamentale perché modificò i costumi e i trucchi degli attori, e fece sostituire la parrucca bionda indossata da Judy Garland con le treccine castane. Fu lui a cambiare l'aspetto della Strega dell'Ovest, causando l'allontanamento volontario di Gale Sondergaard e la sua sostituzione con Margaret Hamilton. Fu sempre lui a scegliere Jack Haley come nuovo Uomo di latta.
Dopo pochi giorni George Cukor abbandonò il progetto per girare "Via col vento", di cui già da due anni stava curando la preproduzione. Il film proseguì sotto la regia di Victor Fleming, il quale dovette lasciare quel set a poche settimane dalla fine delle riprese per dedicarsi - pure lui! - alla direzione di "Via col vento", che la MGM stava girando in contemporanea, e che George Cukor aveva nel frattempo abbandonato perché non ne apprezzava la sceneggiatura (sostenuta invece dal produttore David O. Selznick). Il lavoro su "Il mago di Oz" fu concluso dal regista King Vidor. Il film uscì firmato ufficialmente da Victor Fleming, esattamente come successe a "Via col vento".
Il calore all'interno dei teatri di posa mise a dura prova gli attori, già gravati da abiti e trucco pesante. In particolare il costume da leone pesava 40 chilogrammi, mentre quello da spaventapasseri era imbottito di vera paglia ruvida. Se il trucco che aveva mandato all'ospedale il primo "Uomo di latta" conteneva alluminio, quello da strega sul volto di Margaret Hamilton era a base di polvere di rame. Nelle sequenze in cui lei compare (e poi scompare), lo fa al centro di una piccola esplosione generata sul set da polveri incendiarie. Nella prima scena di questo tipo che fu girata un po' di materiale incendiario le finì sul viso, e diede fuoco alla polvere di rame: Margaret Hamilton subì ustioni di secondo e terzo grado.
Non andò meglio alle comparse: nella scena in cui i protagonisti vengono attaccati dalle scimmie volanti nella foresta, l'effetto speciale è fatto sorreggendo gli attori che interpretano i primati alati con delle corde di pianoforte. La scelta fu fatta in quanto questi sostegni sono quasi invisibili, purtroppo però non furono altrettanto resistenti e diverse volte si spezzarono, facendo precipitare le comparse.
Il bilancio del film è quindi di un attore avvelenato, una ustionata, alcune comparse e un cane feriti, un regista cacciato, una attrice e un altro regista che hanno piantato gli altri in mezzo ad un'orda di nani ubriachi... ce n'era abbastanza affinché il film fosse un flop clamoroso. E, invece, fu un successo.
Gli effetti speciali dell'epoca
La produzione aveva deciso di investire nel film un budget altissimo, e Mervyn LeRoy contattò per la pellicola il più grande effettista di Hollywood: Albert Arnold Gillespie. L'uomo avrebbe dovuto rendere credibili scimmie volanti, palle di fuoco, una strega che si scioglie e poi l'ostacolo più grande: una casa sollevata e portata via da un tornado. Quest'ultimo effetto venne realizzato dipingendo di azzurro il pavimento dello studio, facendovi cadere sopra un modellino della casa, e poi mandando il filmato al contrario. Molto più complessa fu la creazione del tornado in lontananza: Gillespie fece costruire un imbuto di stoffa alto dieci metri che vorticava sul set trascinato da un porta lampada che si muoveva al di sopra dell'inquadratura. Per la liquefazione della strega, Gillespie fece recitare a Margaret Hamilton la scena stando sopra ad una botola, che lentamente scendeva lasciando il suo vestito sul pavimento.
In fase di montaggio purtroppo gli autori si videro costretti a tagliare molte scene per rendere il film più scorrevole. Tra queste una sequenza di ballo dello Spaventapasseri, una sull'Uomo di latta, una scena in cui Judy Garland canta per la seconda volta "Over the Rainbow", nonché la parata festosa per il ritorno dei protagonisti dopo aver ucciso la strega. Per fortuna alcune di queste scene sono state conservate a parte e inserite nel 1999 nel dvd del film. Le potete vedere nel seguente video:
Il successo
Negli Stati Uniti il film fu un immediato successo, tanto che incassò 3.017.000 dollari nell'anno di uscita. Anche nel resto del mondo l'accoglienza fu molto buona - ma stranamente non in Italia, Paese in cui la pellicola uscì nelle sale solo dieci anni dopo. L'incasso globale del film fu di 16.538.431 dollari.
L'articolo prosegue su questo sito nel pezzo intitolato "Il mago di Oz: la colonna sonora di un film "impossibile" - seconda parte".
Articolo originale pubblicato il 17/09/2021 su Onda Musicale.
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