28 febbraio 2022

La brevissima carriera di Alessandro Canino

Quando una canzone catchy e il Festival di Sanremo non bastano per fare di te una star a lungo termine.

Alessandro Canino

Di molti cantanti si dice che la loro carriera descriva una parabola artistica. Volendo proseguire con la metafora geometrica, nel caso del protagonista di questo post si tratta più propriamente di una retta inclinata verso il basso. Questa vicenda di breve splendore e irreparabile declino è ambientata esattamente trent'anni fa.

Una sera di fine febbraio del 1992 il diciottenne Alessandro Canino, in gara al Festival di Sanremo, apparve nei televisori degli Italiani. Viso pulito, sguardo speranzoso, sorriso di chi spera di far colpo sulla giuria almeno con la simpatia, pettinatura alla Michael Hutchence di Firenze, il giovane esordiente portava una canzone dal potenzialmente autolesionistico titolo "Brutta". Il brano non era un capolavoro, però il testo scritto da Giuseppe Dati e Bruno Zucchetti aveva le carte in regola per sfrizzolare gli imberbi umori dei preadolescenti.

La protagonista della canzone è una neo quindicenne non proprio avvenente, che ci viene presentata mentre festeggia il suo compleanno. L'attività principale del party è il body shaming contro la ragazza; lei, invece di cacciarli da casa sua a colpi di truciolones, si rinchiude in bagno a piangere. Questo non si rivela minimamente un problema per gli ospiti: gli "amici" restano in salotto a guardare le ragazze a forma di Carmen Russo, senza nemmeno chiedersi dove (o chi) sia la festeggiata. Tutti tranne uno. Il narratore della vicenda, infatti, conscio di non avere abbastanza testosterone per trombarsi le bonazze della classe, focalizza la sua attenzione sul bersaglio più semplice. Egli, attendendo che la cessa esca dal bagno, le canta la sua opinione (probabilmente attraverso il buco della serratura). Il narratore non nasconde alla "brutta" che lei ha mancato l'appuntamento con la pubescenza, però la illude con qualche speranza per il futuro.

Eri una bambina / La più stretta della scuola / Eri un'acciughina / Oggi hai quindici anni / E piangi sola chiusa in bagno / Per la festa del tuo compleanno // Tutti i tuoi amici / Guardano in salotto / Le altre fatte come attrici / Tu come un fagotto nello specchio / Non la smetti / Piangi e vedi solo i tuoi difetti // Brutta / Ti guardi e ti vedi brutta / Ti perdi nella maglietta / E non vuoi uscire più // Cresceranno i seni / Chi ti prende in giro / Sono dei ragazzi scemi / Ma quelle risatine dietro / Sembrano pugnali / Piangi e ti si appannano gli occhiali / E il rimmel si strucca // Brutta / Ti guardi e ti vedi brutta / Ti senti sola e sconfitta / E non vuoi mangiare più


Frattanto in soggiorno la festa è arrivata al culmine; qualcuno, forse, ha persino toccato una tetta. Una volta raggiunto il climax gli invitati se ne vanno a proseguire i festeggiamenti altrove, senza sentire la mancanza della padrona di casa. Rimane solo il narratore - che evidentemente non è stato invitato all'after - e fa un gesto banalissimo che può far colpo solo sui preadolescenti: custodire un mazzo di fiori per l'amata. Come sappiamo dalla cronaca, dietro l'individuo più gentile può nascondersi un serial killer. I suoi amici saranno anche stati dei maniaci, ma lui non è da meno mettendosi a leggere il diario della ragazza - in spregio alle leggi sulla privacy! - mentre aspetta che lei esca dal suo rifugio piastrellato.

Che allegria di là in salotto / E nessuno si domanda dove sei / Vanno via, ma io ti aspetto / Con in mano questi fiori / Per poterti dire: "Tanti auguri, brutta" // Ora nel diario / Di nascosto ho letto / Il tuo dolore solitario / Questo non è giusto / Non lo sai che siamo amici / Piangi e non ti accorgi che mi piaci / E mi piaci tutta // Brutta / Lo vedi che non sei brutta / Crescere è sempre una lotta / Ma conta su di me / Perché per me non sei brutta / La vita fuori ti aspetta / Ti aspetta insieme a me

Il testo termina qui, non ci è dato di sapere come sia finita la storia di tentato amore tra la tavola da surf umana e il maniaco memorialista. Il videoclip ufficiale del pezzo propone un happy ending.


Io la sto un po' prendendo in giro, ma alla giuria del Festival la canzone piacque, e Alessandro Canino si piazzò sesto nella sezione Novità. Non solo: quell'estate "Brutta" ebbe molto successo tra i giovanissimi. La promettente carriera dell'imberbe teen-star sembrava lanciata e inarrestabile.

L'anno successivo il cantante si ripresentò al Festival di Sanremo nella categoria Campioni. Stufo del personaggio adolescente che gli era rimasto appiccicato addosso, Canino si propose con una canzone e un look più maturi. Il dramma fu che nessuno si accorse della sua presenza alla manifestazione, nemmeno i preadolescenti. Forse perché portò un brano che anticipava i Gazosa dal titolo "Tu tu tu tu", oppure perché si presentò con il capello unto e la barba sfatta, fatto sta che in classifica si piazzò oltre la 15° posizione (si può tranquillamente dire ultimo). Non fu tuttavia un problema per la sua popolarità, infatti nelle radio si sentiva ancora l'onda lunga di "Brutta".

Canino non si arrese, e nel 1994 portò alla solita manifestazione un brano dal titolo "Crescerai". Ritenendo evidentemente di aver osato troppo l'anno precedente, il cantante tornò ad un look più pulito e a delle tematiche più adolescenti. Questa volta i giovani si accorsero di lui, che tuttavia (e senza colpa) si presentò febbricitante e con qualche problema alla voce. Chiese se fosse possibile esibirsi in playback, ma gli fu negato. Purtroppo la classifica lo punì facendolo finire in 14° posizione.

Dopo questi tre anni di visibilità Canino sparì dal circuito mainstream, pur continuando a fare il cantante. In recenti interviste ha dichiarato di essersi proposto al Festival anche nelle edizioni successive, ma che fu sempre scartato perché ormai non era più popolare. Negli ultimi anni Canino ha partecipato più volte a trasmissioni televisive di "vecchie glorie", cantando sempre il suo più grande successo.

Alessandro Canino continua ad occuparsi di musica (in totale ha inciso sette album) ma non ha mai più ripetuto il successo del 1992.


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