01 aprile 2006

Smashing darkspirit



È sera in una città come tante, e il sole tramonta dietro la facciata di un liceo, rendendolo ancora più grigio. Suona la campanella: anche per oggi questa assurda porzione di vita è finita, e gli studenti escono dalle aule per andare a concludere la vuota giornata nelle loro grigie abitazioni suburbane.
Tra i ragazzi che camminano lungo il corridoio che porta all’uscita c’è una coppia di diciassettenni che si differenzia dalle altre a colpo d’occhio: Sean e Vera. Lui è vestito completamente di nero, con indumenti non particolarmente ricercati o costosi: un paio di pantaloni, una maglietta e una camicia aperta spiovente verso il basso, ma comunque corvini come i suoi capelli. Anche i capelli di lei sono neri, o almeno questo si può dire con certezza solo per i ciuffi che sporgono fuori dal berretto, di lana come la maglia; il suo abbigliamento proletario è marrone e dismesso, e potrebbe essere definito “grunge” se non fosse così realmente povero.
I due parlano tra di loro.
“Vera, non discuto l’irraggiungibile bellezza di ‘Adore’ e di ‘Machina’, ma la migliore formazione degli Smashing Pumpkins è senza dubbio quella di ‘Mellon Collie’.”
“D’accordo, ma vuoi mettere?”
Appoggiati ad una parete del corridoio alcuni ragazzi, capelli lunghi e vestiti in pelle borchiata, parlano tra di loro. Sono quelli che i professori definiscono “cattivi soggetti, futuri criminali di periferia”. Quando Sean e Vera gli passano davanti, uno di loro, evidentemente il capo, stacca la ragazza che aveva avvinghiata al corpo e alla bocca e apostrofa i due ragazzi.
“Hey gente, guardate chi passa: il becchino e la sua ragazza!”
“Ascolta: innanzi tutto lei non è la mia ragazza, e comunque non sono affari tuoi.” – è la risposta di Sean, ma Iro lo prende per il bavero della camicia, lo solleva da terra e lo sbatte con violenza contro la parete dicendogli: “Cos’hai detto, figlio di troia?”
Interviene la sua ragazza, Zora, a fermarlo: “Lascialo stare, Iro: non lo vedi che è un povero stupido?”
Iro scaglia con violenza Sean sul pavimento dicendogli: “Cerca di non rompermi più i coglioni, hai capito?”
Vera lo aiuta a risollevarsi e, mentre si allontanano lungo il corridoio, gli dice: “Sean, lo sai che non devi metterti contro quel decerebrato o finisci contro il pavimento.”
“Lo so, ma un giorno la pagherà, pagherà per tutto quello che ci ha fatto in questi anni.”
“Sì, sì, tu sogna pure ad occhi aperti! È meglio che ora te ne vai a casa. Ciao!”
“Ciao.”
Fuori dal cancello della scuola i due ragazzi prendono direzioni differenti.

Poco dopo Sean è davanti all’ingresso di casa: infila e gira la chiave nella serratura, apre la porta e si trova di fronte sua madre, in lacrime, che gli dice solamente: “Vieni.”
Il ragazzo segue la madre fino all’ingresso della camera in cui dormono di solito lui e il nonno; entrambi guardano all’interno della buia stanza, ma solo Sean entra. Il ragazzo si siede sulla seggiola posta vicino al letto dell’anziano e china la testa su di lui. Il nonno, evidentemente sofferente, gli si rivolge parlando con un filo di voce.
“Sean, finalmente sei arrivato. Ho tanto pregato il Signore che mi consentisse di rimanere in vita ancora un po’, finché tu non fossi tornato a casa.”
Sean riesce solo a dire: “Nonno…”
“Ragazzo, prima che la morte mi porti via c’è una cosa che devi sapere: un segreto che la nostra famiglia si porta dietro da generazioni. Saresti ben troppo giovane per venirne a conoscenza, ma la morte mi vuole adesso, non c’è più tempo per aspettare. Ogni membro della nostra famiglia può creare un proprio esercito di spiriti pronti ad intervenire in suo aiuto per difenderlo, semplicemente chiamandoli, e anche tu puoi avere il tuo. Basta crederci.”
“Il mio…esercito di spiriti? E chi sarebbero?”
“Nessuno oltre a te può saperlo, solo tu puoi scegliere i tuoi uomini fidati.”
“Ma…e la mamma?”
“Tua madre non sa nulla di questa cosa: le donne tramandano questo potere ai figli senza poterlo usare, perché funziona solo con gli uomini. Ahh!”
“Nonno!”
“Ascolta, Sean: ricordati che se usato male, questo potere può essere pericoloso. Cerca di non usarlo ancora per alcuni anni, finché non sarai pronto. Ora sei troppo giovane per capire: potresti lasciarti trascinare dalla rabbia e non riuscire più a controllarlo.”

Il pomeriggio seguente Sean, al funerale del nonno, non riesce a trattenere le lacrime.

Quella sera il ragazzo è nella sua camera, seduto sul suo letto. La fioca luce diffusa da una piccola lampada basta per mostrare come le pareti della stanza siano tappezzate da poster degli Smashing Pumpkins. Sean sta ripensando alle parole del nonno: “Puoi creare il tuo esercito di spiriti semplicemente chiamandoli… solo tu puoi scegliere i tuoi uomini fidati.” Mentre pensa a questo, Sean guarda fisso un poster davanti a sé.

Qualche giorno dopo Sean, durante la ricreazione, è nel cortile della scuola, seduto sui gradini dell’ingresso, con lo sguardo triste. Guarda una ragazza molto bella che si trova a diversi metri da lui e che scherza con dei ragazzi. Vera gli si siede accanto e gli domanda: “Ma anche in lutto pensi a quella lì?! Che poi, oltre al fatto che non ti ha mai degnato di uno sguardo, è anche un concentrato di stupidità quella ragazza.”
Sean assume un’espressione arrabbiata, ma si alza senza dire una parola e si dirige verso la ragazza. Quando le è vicino, lei lo apostrofa chiedendogli: “Hey, ma tu sei sempre in lutto? Che palle, oh! Ma cambiati d’abito una volta!”
Lui assume un’espressione ancora più arrabbiata e si allontana in silenzio.

Quella sera, mentre Sean sta tornando a casa chiuso nei suoi pensieri e guardando verso il basso, percorrendo un vicolo buio si trova la strada sbarrata da un paio di stivalacci e da una voce che gli dice: “Hey, amico.”
Sean alza lo sguardo e vede che di fronte a lui c’è un balordo che gli chiede: “Dammi qualcosa, dai… un po’ di moneta.”
Il ragazzo risponde: “No… non ho niente.”
E il balordo, mettendogli le mani sui pantaloni: “Come non hai niente…”
Sean esclama: “Hey!” ma l’uomo gli ha già estratto il portafoglio dalla tasca e dice: “Qui c’è qualcosa…”
Il ragazzo si getta sul portafogli gridando: “Ridammelo!” ma il balordo lo scaraventa a terra.
Sean grida, mentre l’uomo si volta a contare i soldi che sta rubando alla sua occasionale vittima.
Il ragazzo si rialza. È furioso, e digrigna i denti come fosse un lupo. Al suo fianco cominciano ad apparire cinque sagome che sembrano fatte di fumo e che si compongono dal basso verso l’alto. Quando le figure si sono rese concrete, Sean le guarda con stupore: sono gli Smashing Pumpkins.
Sean grida: “Hey, tu!” e il balordo si gira; vedendo quelle strane figure vicino a Sean, dice: “E voi chi cazzo siete?” ma la risposta che ottiene è quella di essere colpito da una scarica di pugni da tutti e sei. Per finire l’opera, D’Arcy sfregia il volto dell’uomo con le sue unghie lunghe e affilate.
Sean si guarda intorno, non sicuro di quello che è successo. Si volta, non vede più gli Smashing Pumpkins, e si domanda: “Dove sono andati…ma allora…”
Si gira nuovamente verso l’uomo e lo trova orrendamente sfigurato, dice: “No… è successo veramente…” e poi corre a casa.
Seduto sul suo letto, stringendosi al petto le gambe tra cui tiene la testa in posizione fetale, Sean pensa: “Il nonno me l’aveva detto che non ero ancora pronto per il mio potere… non devo usarlo mai più… mai più.

Il mattino dopo Sean, ancora assonnato, percorre la stessa strada di ogni giorno per andare a scuola. Non pensa a quello che è successo la sera prima, lo considera come uno di quei sogni che al mattino bisogna dimenticare, perché sono solo fantasie che ci possono distogliere dalla realtà. È soltanto quando passa in quel preciso punto, che ora vede transennato dalla polizia, che si ricorda ogni cosa. “Ieri sera… ho ucciso un uomo.” è il pensiero che gli trafigge la mente, veloce come un lampo e freddo come la morte. Sean passa oltre, cercando di fare finta di niente, ma non riesce a fare a meno di osservare il cadavere dell’uomo, proprio come l’aveva lasciato, e i poliziotti attorno che eseguono i rilievi, come moscerini attorno ad un frutto che puzza già di marcio.

Una volta in classe, Sean si perde nei suoi pensieri. Non ha voglia di seguire la stupida lezione di anatomia che quell’odioso del professor Dork sta tenendo, ma anche se l’avesse non vi riuscirebbe, perché sconvolto da quello che ha fatto. È Vera, sua compagna di banco, a risvegliarlo dai suoi pensieri domandandogli: “Sean, che hai?” Lui risponde: “Niente.” ma il professore li sente e li apostrofa: “Voi due! Non solo non seguite la mia lezione, ma avete anche il coraggio di disturbare. Ma bravi! Continuate così, eh!”
Cosciente del rimprovero subito, ma desiderosa di aiutare Sean, qualche minuto dopo Vera torna a domandargli sottovoce: “Sei strano oggi, dimmi cos’hai.” al che lui risponde seccato: “Non ho niente, e ora lasciami in pace!” si alza in piedi e dice al professore: “Io devo uscire.”
Il professor Dork ribatte: “Ah, è così? È tutto l’anno che non segui, ti permetti di disturbare le lezioni e ora vuoi pure andartene? Ma prego, tanto qui io parlo per i muri! Credi di essere furbo, eh? Ma vedremo alla fine dell’anno chi è il più furbo!” Mentre esce dall’aula Sean è impermeabile agli insulti del professore: sono anni che li sente e in più oggi ha proprio la testa altrove.
Una volta in corridoio, Sean si dirige verso il bagno. Entrato nei servizi, vi trova Iro, appoggiato con il sedere ad un lavandino, che sta fumando. Quando questo lo vede lo apostrofa: “Anche qui vieni a rompermi le palle, becchino? Vai a giocare con quella troia della tua amica e non scassarmi il cazzo!” Sentendo queste parole, la rabbia che Sean ha accumulato fino ad ora esplode tutta assieme. Alle sue spalle cominciano a materializzarsi gli Smashing Pumpkins. Iro, stupito, gli domanda: “E voi chi siete?” al che Billy Corgan gli si avvicina, gli afferra la testa con una mano e gli risponde: “Siamo l’inizio della tua fine!”
Poco dopo Sean esce dal bagno e si dirige verso la sua aula. Sta premendo la maniglia della porta quando sente un urlo provenire dai servizi: un ragazzo è entrato e vi ha trovato il corpo di Iro, sdraiato per terra e con il volto orribilmente sfigurato appoggiato sulla tazza di un water, in un lago di sangue.

Il giorno dopo, a scuola, Sean passa con Vera davanti alla porta del bagno: è aperta, ma l’ingresso è stato transennato dalla polizia che ha già eseguito i primi rilievi. Lì vicino si trova il professor Dork, che sta guardando all’interno dei servizi già da un po’. Il ragazzo non sa esattamente cosa pensare, ma è conscio del fatto che deve allontanare da lui ogni possibile sospetto; quindi dice a Vera, guardando la macchia di sangue che ancora tinge di rosso le piastrelle davanti al lavandino: “Che morte orribile, chissà chi sarà stato.” Sentendo queste parole, il professore lo apostrofa: “Ah, ma tu parli anche? E come mai durante le interrogazioni non ho mai il piacere di sentire la tua voce?” Sean risponde: “No… ma io pensavo che…” al che Dork infierisce ulteriormente: “Ah! E addirittura tu pensi? Guarda, me ne vado perché non posso sopportare oltre la tua presenza!” e si dirige verso l’aula insegnanti. Il ragazzo aspetta qualche istante, poi segue il professore. Vera lo guarda preoccupata. È nell’istante in cui Sean attraversa la soglia della stanza, che al suo fianco appare il suo esercito. Vedendoli entrare Dork, che sta fumando una sigaretta mentre legge il giornale, si volta e urla: “Che cazzo volete ora?!” Sean gli si avvicina, lo guarda fisso negli occhi e gli dice: “La morte non dà risposte.”
Poco dopo, un altro grido squarcia il silenzio della scuola, quando un insegnante entra nella sala professori e vi trova il corpo di Dork, sdraiato sul grande tavolo al centro della stanza, orribilmente quanto con precisione sezionato. Ogni muscolo è stato separato dagli altri e deposto a parte sul tavolo, ogni organo interno estratto dal corpo e messo in ordine a fianco di questo, il tutto in un lago di sangue. Nessuno ha idea di chi possa aver fatto questo massacro.

Durante la ricreazione, Sean è seduto sul solito gradino e guarda la bella Ava, che se ne sta sempre qualche metro più in là a scherzare con gli altri ragazzi e non con lui. Sean pensa: “Mi hai sempre rifiutato, ma ora sono forte, invincibile e pericoloso: non oserai dirmi di no.” quindi si alza e si dirige verso di lei. Quando le è davanti le dice perentorio: “Ava, questa sera vieni con me.” al che la ragazza risponde: “Ma stai scherzando? Ti pare che io posso uscire con uno insignificante e funereo come te? Io voglio uscire con uno…uno come Mark! È bello, atletico, simpatico e pieno di personalità, non come te.” indicando un ragazzo che passa poco più in là in quel momento. Sean si allontana mormorando a denti stretti: “Assaporerai la mia vendetta quanto prima!”

Quella sera, Ava si trova da sola nel piccolo e buio cortile sul retro del liceo. Apre un foglietto che teneva piegato con cura in una tasca del vestito e lo rilegge, tra sé e sé: “Ti aspetto questa sera, alla fine delle lezioni, nel cortile sul retro della scuola. Mark.” e poi pensa: “Chissà come mai non si è ancora fatto vedere…eccolo!” scorgendo una figura che si avvicina. Ma quando questa le è più vicina, lei la riconosce e la apostrofa: “Sean, non dirmi che sei stato tu a farmi questo scherzo e che Mark non verrà, perché se no sei veramente stronzo, eh?” Ma Sean non ha intenzione di starla ad ascoltare, la sua rabbia è già alle stelle: al suo fianco cominciano ad apparire le ombre del suo esercito di vendetta. Billy Corgan avanza verso la ragazza, le afferra il volto con una mano, in una strana carezza dolce ma dolorosa allo stesso tempo, e le dice: “It’s you that I adore, you will always be my whore.” Il volto di Corgan si trasforma in quello di Sean, che prosegue dicendole: “You’ll be a mother to my child and a child to my heart.” Da questo momento i volti di Sean e di Billy Corgan continuano ad alternarsi sullo stesso corpo. Egli la sbatte sul terreno con una manata dicendole: “We must never be apart! We must never be apart!” Comincia a strapparle i vestiti dicendo: “Lovely girl you’re the beauty in my world, without you there aren’t reasons left to find.” e infine la violenta continuando a recitare: “And I’ll pull your crooked teeth, you’ll be perfect just like me. You’ll be a lover in my bed and a gun to my head. We must never be apart! We must never be apart!. Lovely girl you’re the murder in my world, dressing coffins for the souls I’ve left to die. Drinking mercury to the mystery of all that you should ever leave behind in time. In you I see dirty, in you I count stars, in you I feel so pretty, in you I taste god, in you I feel so hungry, in you I crash cars, we must never be apart! Drinking mercury to the mystery of all that you should ever seek to find. Lovely girl you’re the murder in my world, dressing coffins for the souls I’ve left behind in time. We must never be apart!” Poi lui le afferra il volto come aveva fatto all’inizio e le grida: “And you’ll always be my whore cause you’re the one that I adore!” Alza un pugno al cielo e poi glielo scaraventa con violenza sulla bocca rompendole tutti i denti, urlando: “And I’ll pull your crooked teeth, you’ll be perfect just like me!” Lei apre la bocca per gridare dal dolore, ma è paralizzata dalla paura; le riesce quindi solo di mostrare che i suoi denti sono tutti rotti. Lui le infila con violenza una mano all’interno del torace, urlando: “In you I feel so dirty in you I crash cars!” Poi la estrae strappandole il cuore, gridando: “In you I feel so pretty in you I taste god!” Infine allarga le braccia, alza la testa verso l’alto e mostra il suo trofeo sanguinolento al cielo nero della notte, cantando e gridando: “We must never be apart!”

Il giorno dopo al liceo Sean, che ha un’espressione sempre più cupa e allucinata, sta camminando lungo il corridoio, quando viene afferrato da un braccio spuntato velocemente attraverso una porta, e trascinato altrettanto rapidamente all’interno dello sgabuzzino. Quando la porta si è richiusa, il ragazzo vede che è stata Vera a tirarlo all’interno, e le domanda seccato: “Ma che vuoi?!” “Voglio parlarti, sono giorni che non riesco a farlo e tu sei sempre più strano!” è la risposta della ragazza che poi prosegue: “Qui a scuola si mormora che sei stato tu ad uccidere quelle persone, perché avevi problemi con tutti loro. Inoltre eri al bagno quando è stato ucciso Iro, e io ti ho visto seguire Dork nella sala professori poco prima che venisse trovato morto. Dimmi la verità se non vuoi che io dica alla polizia quest’ultima cosa!” Sean esita, e non risponde. Esita, e non risponde. Ma poi è costretto ad ammettere tutto e a rivelare il suo segreto a Vera. Quando questa ne viene a conoscenza, rabbrividisce dall’incredulità e dal terrore, ma riesce a chiedere a Sean: “Questo tuo potere non è per niente utile, può solo causare morte e dolore alle persone che ti stanno attorno. Ti prego, rinuncia a questa cosa orribile, controllati, resta calmo e non desiderare mai la morte di una persona. Prometti che lo farai, in nome della nostra amicizia.” Sean ha ancora un attimo di esitazione, ma poi, con lo sguardo basso, dice: “D’accordo, lo prometto.”
Fuori dello sgabuzzino, però, con un orecchio appoggiato alla porta, si trova Zora che ha udito parte del dialogo tra i due amici e pensa: “Dunque è stato proprio il becchino a uccidere il mio Iro e tutti gli altri. Ma ora è giunto il momento della mia vendetta!”

Quella sera, Vera telefona a Sean e gli dice solo: “Presto, vieni subito a scuola, sono nel cortile davanti all’ingresso e ho bisogno di te!” Ma è solamente quando il ragazzo giunge davanti al liceo e trova l’amica legata a una colonna di cemento, circondata da Zora e dai cinque ragazzi della banda di Iro, che capisce tutto. Zora gli dice: “Adesso la pagherai per la morte di Iro.” e uno dei ragazzi si scaglia contro Sean colpendolo al volto e scaraventandolo a terra. Lui si rialza rabbioso, e il suo esercito appare alle sue spalle. Vera grida: “Nooo!” ma ormai è troppo tardi: la carneficina ha inizio.
In questo uno contro uno, Sean e Billy Corgan attaccano e si difendono con i pugni, James Iha con mosse di karatè mentre Jimmy Chamberlain e Johnatan Melvoin sferrano colpi di kick-boxing. Lo scontro prosegue a lungo alla pari, finché gli uomini di Sean non hanno la meglio annientando quelli di Iro. Rimane in piedi solo Zora; D’Arcy le si avvicina, le accarezza il volto con le dita lunghe e le unghie affilate, le dice: “Tremendamente bella e tremendamente cattiva: sarà un piacere ucciderti!” e le infilza le dita nello stomaco: Zora sbarra gli occhi, comincia a vomitare sangue e poi cade a terra.
Gli Smashing Pumpkins si dissolvono e Sean corre a slegare Vera, la quale però lo rimprovera: “Sean, mi avevi promesso che non avresti più usato il tuo potere, lo avevi giurato sulla nostra amicizia. Sei solo uno stronzo!”
Il ragazzo risponde: “Ma Vera, l’ho fatto unicamente per liberarti e per difendermi da loro! Cosa volevi, che gli lasciassi ammazzarci tutti e due senza fare nulla?!”
“Non ti avrebbero ucciso, solo picchiato e poi ci avrebbero lasciato andare. E comunque io le mantengo le promesse: d’ora in poi noi non siamo più amici. Non voglio vederti mai più!!!”
Sean è gonfio d’ira dopo aver sentito queste parole, però quando al suo fianco compaiono gli Smashing Pumpkins lui grida: “No, non volevo chiamarvi!” ma questi già si stringono attorno a Vera che urla: “Noo, fermo, noo!” Billy Corgan tiene il collo di Vera stretto tra le mani, e con ogni suo movimento stringe la morsa mortale, mentre Sean lo guarda impietrito senza poter fare nulla. Corgan si volta verso il ragazzo, e quale indescrivibile orrore prova Sean nel vedere che il volto di colui che sta strozzando l’amica non è quello del cantante, ma il suo! Il ragazzo non capisce quello che sta accadendo, e solo quando si trova davanti il viso di Vera, congelato in un ultimo urlo di morte, e vede che le mani che le hanno stretto il collo sono le sue, solo allora capisce tutto. Sean molla di scatto la presa, ma il corpo della ragazza cade ormai privo di vita.
“Allora… allora non era vero… tutti questi omicidi li ho compiuti io… solo io.”

Il mattino dopo, il quotidiano locale titola l’articolo di prima pagina: “Strage al liceo – sette omicidi ed un suicidio.”



FINE

3 commenti:

Tommy ha detto...

"Smashing Darkspirit" è evidentemente un tributo agli Smashing Pumpkins, band che io adoro.

La formazione degli Smashing Pumpkins che compare nel racconto, è quella dell'album "Mellon Collie and the Infinity Sadness".

La canzone che Sean / Billy Corgan canta mentre violenta Ava, è "Ava Adore".

Canzoni da ascoltare durante la lettura: "Ava Adore" e in generale l'album "Adore", nonchè l'album "Mellon Collie and the Infinity Sadness" ovviamente degli Smashing Pumpkins.

Tommy ha detto...

Da un certo punto di vista "Smashing Darkspirit" e "Oh shit!" sono la stessa storia, solo che una è letta in chiave drammatica e l'altra comica.

Tommy ha detto...

Dimenticavo di segnalare che "Smashing Darkspirit" ha partecipato al concorso "ParolEnote" organizzato dalla biblioteca comunale di Empoli.
Lo trovate anche sul sito ufficiale del concorso, a quest'indirizzo: http://www.comune.empoli.fi.it/biblioteca/iniziative/giovani/parolenote/2000-2001/racconti/racconto270.htm