12 febbraio 2006

Il principe



I costumi! Finalmente erano arrivati. Il pacco era giunto a casa di Marco quella mattina, ma lui aveva pazientemente aspettato la sera, in modo da poter avere tutti gli amici attorno a sé e condividere con loro la gioia dell’apertura. Ogni sera, ormai da mesi, i ragazzi provavano “Il principe” di Shakespeare nella cantina di Marco, e proprio in quella sala ora stavano per scoperchiare lo scatolone contenente tutti i costumi, che avevano ordinato alcune settimane prima.
Aprirono il pacco, e i vestiti erano persino più belli di quanto i ragazzi avessero immaginato. I costumi c’erano tutti, anche quelli da contadini, e i ragazzi, al colmo della gioia, li indossarono subito. Gli sembrava persino di rivivere la stessa felicità che provavano da bambini aprendo i regali di Natale. Lo scatolone non era ancora stato svuotato dal tutto, ma Davide individuò il suo vestito sul fondo. Un lembo, gli bastò scorgere un lembo soltanto per riconoscerlo. Lui doveva interpretare proprio il principe, l’unico nobile tra i personaggi popolari che animano la tragedia shakespiriana, e quel pezzetto di velluto verde con bordo dorato in fondo al pacco non poteva che essere suo. Estrasse quindi velocemente il suo costume e uscì dalla stanza, ove gli altri amici stavano indossando i loro vestiti, per andare a cambiarsi nel bagno, e poter fare così la sua entrata trionfale con il regale abito indosso.

Davide cominciò a togliersi i vestiti. Si sfilò i pantaloni per indossare quella strana calzamaglia nera aderente; lui aveva sempre detestato la calzamaglia, ma per la rappresentazione era disposto a questo ed altro. Il pezzo più bello era però il vestito vero e proprio: ampio, morbido, caldo, in velluto verde con i bordi ricamati d’oro. Mentre si cambiava, Davide pensava a tutti quei mesi passati a provare, e in cui ogni sera aveva dovuto mentire ai suoi genitori dicendogli che andava a studiare da Marco. I suoi genitori. Non che gli volessero male, ma che gli volevano bene non lo avevano mai dimostrato. Continuavano invece a punzecchiarlo, a criticarlo, a deridere ogni suo sogno e interesse. Per questo Davide gli aveva tenuta nascosta la sua passione e il suo impegno per la recitazione; sapeva già come sarebbe andata a finire se gliene avesse parlato. Avrebbero criticato il suo sogno, sarebbe stato deriso, avrebbero detto che solamente i matti dedicano tempo ad una cosa che non serve e che non produce lavoro, come la recitazione. Ma ora le cose sarebbero cambiate: Davide aveva quel costume stupendo, vedendolo con quello indosso i suoi genitori non avrebbero potuto dirgli che non sarebbe mai riuscito a fare niente, perché con quel vestito e con la prima rappresentazione in programma la domenica successiva lui era già arrivato. Non potevano assolutamente dirgli che aveva sbagliato tutto, come al loro solito.
Davide aprì la porta della sala: i suoi compagni si voltarono verso di lui, spalancando le bocche per lo stupore e allargandosi al passaggio del ragazzo. Loro erano gli amici, quelli che erano sempre stati con lui fin dall’infanzia, e ora loro stessi trovavano Davide bellissimo con quel costume. Tutti gli dicevano che stava bene, e che quello era il vestito più bello di tutti. Per Davide era un sogno, il momento più bello che avesse mai vissuto, e la sua gioia era accresciuta dal pensare che anche i suoi genitori avrebbero reagito nella stessa maniera, e avrebbero smesso di prenderlo in giro, forse, per sempre.

Il mattino dopo, Davide si svegliò con il sorriso sulle labbra. Era sicuro che la felicità della sera precedente sarebbe stata un tutt’uno con quella della mattina che cominciava. Quella notte, sebbene fosse buio, il ragazzo aveva attraversato la casa senza accendere le luci, per portare il vestito nella sua stanza evitando che i suoi genitori si svegliassero e lo vedessero prima del tempo. Ma era finalmente il momento. Davide si alzò, andò in bagno, si lavò e si pettinò “da principe”, tornò in camera e indossò il vestito.
Raggiante, si presentò ai suoi genitori in sala.
“Cos’è quell’affare? Toglitelo subito che sembri una donna! Cercati un lavoro invece di perdere tempo con questa roba!”
Davide rimase incredulo di fronte alle frasi che accolsero il suo ingresso. Come poteva la gioia della sera prima essersi trasformata in questa valanga di offese e derisione?

Il ragazzo corse a chiudersi nella sua stanza, si tolse il vestito, si gettò sul letto e si mise a piangere con la testa sotto al cuscino. Pianse, pianse a lungo, poi si rialzò, indossò il costume da principe, ed uscì da casa saltando dalla finestra della stanza, che dava sul terrazzo. Davide scese poi in strada e cominciò a camminare per la città, con il suo vestito indosso. La gente lo guardava o forse no, ma per lui questo non aveva importanza.
Il ragazzo attraversò le vie e passò molte case, fino a giungere alla periferia dell’abitato. Si ritrovò a pensare che la città è solo un grigio insieme di freddi angoli di cemento, il cui unico destino è la lenta disgregazione. Davide camminò ancora e arrivò tra le campagne. Avanzò attraversando un campo di grano, e pensò a come doveva sembrare buffo il suo vestito in quella situazione, visto da un osservatore esterno, ma non c’era nessuno. Il ragazzo si domandò cosa sarebbe successo se non avesse mentito ai suoi genitori, come sarebbe finita la cosa se gli avesse detto la verità fin dall’inizio. Si sarebbe conclusa nella stessa maniera, solo molto prima. Continuando nel cammino, Davide arrivò fino alla ferrovia. Si fermò un istante quando i suoi piedi si trovarono sul selciato tra le rotaie. Poi si girò di lato, e cominciò a camminare incontro al treno.


FINE

3 commenti:

Tommy ha detto...

Questa volta il nostro Davide fa una brutta fine!
Mi spiace, ma quando ho scritto "Il Principe" ero un po' depresso. Ero giovane, scusate.

Non credo esista realmente un'opera teatrale di Shakespeare intitolata "Il Principe".

La partenza del racconto è stata ispirata dalla mia partecipazione ad un presepe vivente, nel quale facevo la parte del nobile.
La scena in cui Davide cammina con il vestito attraverso i campi è ispirata al video "Enjoy The Silence" dei Depeche Mode.

Non vi preoccupate, dal prossimo racconto si torna a ridere!

Davide ha detto...

Il treno!!!!!!! ^^'

Lo sapevi che il video di "Enjoy The Silence" è ispirato al "Piccolo Principe"?

P.S.: comunque io a mille visite (senza contare le mie) ci sono arrivato solo da poco... complimenti!

Tommy ha detto...

Hey, Davide, ne sai più di me! Quindi ho visto molto bene ispirandomi a quel video per scrivere "Il Principe"!

A essere sinceri, io ho raggiunto i 1000 visitatori contando anche le mie visite, che saranno tipo 1 al giorno, quindi fai un 160.