Quarant'anni fa l'inizio del periodo sperimentale del musicista.
Nella musica italiana c'è una ferita aperta da quarant'anni, e non ancora rimarginata. Nel 1982 uscì "E già", il primo di una serie di album di Lucio Battisti realizzata senza i testi di Mogol, e dalle sonorità più elettroniche. Molti Italiani non capirono questa scelta, ma Battisti era sempre stato uno sperimentatore. Fino dai suoi esordi Lucio aveva cercato di rivoluzionare le sue canzoni, inserendovi soluzioni prese dalla musica straniera e da diversi generi. La sfida principale di Battisti era però con se stesso: si stufava in fretta delle vecchie canzoni, voleva continuamente produrne di nuove che fossero al passo con le mode musicali del momento.