Frutto della mente del leader Freddie Mercury, la canzone venne scritta al pianoforte nella sua casa a Kensington (Londra) all'inizio del 1975. La band fu subito entusiasta di questo brano che oltre alla parte al piano vede un'intera sezione operistica al suo interno. Il titolo "Bohemian Rhapsody" fa riferimento alla rapsodia, struttura musicale che caratterizza la canzone.
Freddie Mercury non ha mai chiarito il significato del testo, limitandosi a dire che parla di relazioni tra le persone, e il resto della band ha dichiarato di non conoscerlo. Brian May ha affermato che è possibile contenga riferimenti alla vita privata e ai ricordi di infanzia di Freddie Mercury, mentre Roger Taylor definì il testo "abbastanza auto-esplicativo, con solo un po' di assurdità nel mezzo". Stando all'opinione del biografo Lesley-Ann Jones "Bohemian Rhapsody" è il modo che Freddie Mercury ha utilizzato per rappresentare la propria omosessualità.
Quando in Iran fu pubblicata una raccolta della band, la cassetta venne accompagnata da un libretto con la traduzione e la spiegazione dei testi. "Bohemian Rhapsody" viene descritta come la storia di un ragazzo che per sbaglio ha ucciso qualcuno e ha venduto la sua anima al diavolo. La notte precedente la sua esecuzione lui invoca "Bismillah" ("Nel nome di Dio" in arabo) e con l'aiuto degli angeli si riprende la sua anima.
Il testo è famoso nel nostro Paese anche perché, per evocare meglio l'Opera, Freddie Mercury vi ha inserito alcune espressioni in Italiano: "Mamma mia!", "Magnifico!", "Figaro" e "Galileo", nonché "Scaramouche" ovvero il nome francesizzato della maschera della commedia dell'arte Scaramuccia. Non solo: vi si trovano termini arabi (Bismillah), latini (Beelzebub) e spagnoli (Fandango). Secondo Chris Smith, amico di Freddie Mercury, le origini di "Bohemian Rhapsody" risalgono addirittura alla fine degli anni '60: il cantante avrebbe più volte accennato parti della canzone al piano, cantando alcuni versi che poi sarebbero finiti nella versione finale, in particolare l'attacco "Mama... just killed a man".
La canzone è una suite di quasi sei minuti composta da diverse sezioni, che sono nell'ordine: un'introduzione corale, un segmento di ballata, un passaggio operistico, una parte di hard rock e una coda conclusiva. Le registrazioni iniziarono il 24 agosto 1975 al Rockfield Studio 1, vicino Monmouth (Galles), dopo tre settimane di prova a Penrhos Court vicino Kington (Herefordshire). Quattro ulteriori studi (Roundhouse, Sarm East Studios, Scorpio Sound, Wessex Sound Studios) vennero usati durante le incisioni. Il pezzo fu registrato a sezioni separate, e stando alle memorie della band la canzone era già tutta nella mente di Freddie Mercury, che diresse i compagni e le incisioni.
Le parti vocali di Freddie Mercury, Brian May e Roger Taylor furono registrate per 10/12 ore di fila al giorno, e l'incisione della parte operistica durò ben tre settimane (sei settimane la canzone intera). La complessità della partitura vocale richiese la registrazione di ben 180 diverse tracce, i cui nastri vennero tagliati e incollati a mano. Brian May ricorda come a forza di sovraincidere il nastro principale fosse diventato semitrasparente. L'assolo di chitarra di Brian May invece fu registrato una volta sola e fu composto direttamente da lui, come controparte alla melodia principale.
Il risultato dell'incisione piacque a tutti i membri della band, anche perché fu curata in ogni minimo dettaglio, come tutte quelle contenute in "A Night at the Opera" che non a caso è uno dei dischi più costosi della storia della musica. Piacque meno al produttore Roy Thomas Baker, convinto che un brano della durata di quasi sei minuti non sarebbe stato trasmesso dalle radio. Il problema venne risolto dal dj Kenny Everett, amico di Freddie Mercury, il quale riuscì a farsi prestare una copia della canzone con l'accordo di non trasmetterla in radio; entrambi sapevano bene che quella promessa non sarebbe stata mantenuta. Everett cominciò a trasmetterla in continuazione, anche sette volte al giorno. Le richieste furono tali che la casa discografica dovette dare alle stampe il singolo. Il brano stette al primo posto della classifica inglese per nove settimane, e vendendo più di un milione di copie ricevette il disco di platino. Ritornò al numero 1, per cinque settimane, nel 1991 in seguito alla morte di Freddie Mercury.
Articolo originale pubblicato il 31/10/2018 su Onda Musicale
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