Siamo nel 1976 in Gran Bretagna. Il cantautore folk di nicchia Al Stewart compone i brani per un album virato verso il pop e li presenta al produttore Alan Parsons. Questi ne è entusiasta, in particolare del brano "Year of the Cat" e decide di pubblicarlo come singolo. La canzone si rivela un successo, pertanto Parsons fa uscire anche l'LP omonimo. Anche l'album è un successo di pubblico e critica (diventa disco di platino negli USA e oro in UK), in particolare per il già citato brano che dà il titolo al 33 giri, e che da solo ne vale l'acquisto (ma anche le altre canzoni sono belle).
La canzone "Year of the Cat" è scritta principalmente in Mi minore / Sol maggiore, con l'assolo di chitarra elettrica nel bridge in Re maggiore, ed è nota per la sua lunga sezione strumentale che comprende assoli di violoncello, violino, pianoforte, chitarra acustica, chitarra elettrica distorta, sintetizzatore e sassofono. Il protagonista del testo è un turista in visita ad un mercato esotico, il quale viene avvicinato da una donna affascinante che lo invita a seguirlo a casa sua per un'avventura romantica. Quando al mattino dopo l'uomo si risveglia al suo fianco, si accorge che il suo pullman turistico è partito senza di lui, e decide di rimanere con la ragazza.
Visti i buoni risultati, Al si mette al lavoro per realizzare un nuovo disco. Bissare un successo non è facile, pertanto il cantautore si mette a studiare; non musica, come potreste immaginare, bensì storia. Il risultato dei suoi studi sono otto canzoni, tutte dedicate ad un evento o ad un personaggio storico, scritte per formare un album dal titolo "Time Passages". Quando Al Stewart le presenta ad Alan Parsons, questi è meno entusiasta della precedente volta, e gli chiede di realizzare un ulteriore brano da cui si possa ricavare un singolo pop che faccia da traino al 33 giri, e di cui porti anche il titolo. Il cantautore accetta di malavoglia, e scrive il pezzo più pop che gli riesca; lo canta, lo suona e poi lascia che la post produzione in studio faccia il resto. Il produttore aveva visto giusto: il singolo e l'album usciti nel 1978 sono un successo (disco di platino negli USA e argento in UK).
Qualche tempo dopo, Al Stewart si trova in un grande albergo. Sta aspettando un ascensore; quando questo arriva, lui vi entra. Nella cabina c'è già una ragazza, e gli altoparlanti diffondono una musichetta. Per fare il brillante, Al le dice "Senti che schifo di musica in questo ascensore". Appena finita la frase, lui sente la sua voce che inizia a cantare: era "Time Passages" e non l'aveva riconosciuta. Imbarazzo totale.
(Alcune versioni della vicenda riportano che lui fosse da solo in ascensore, e che abbia solo pensato quella frase, ma il risultato non cambia.)
Dopo questa bizzarra vicenda Al Stewart ha continuato a fare musica (il suo ultimo album è uscito nel 2008), ma senza ripetere l'incredibile successo del biennio 1976/78.
Articolo originale pubblicato il 31/07/2017 su Onda Musicale
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