22 gennaio 2006

TOMMY - Robokittcop



Tommy e Kitt si trovano in casa.
Tommy dice al robot: “No, te l’ho già detto: tu non puoi venire alla mostra di robotica. Combineresti troppi guai! È meglio che tu rimanga buono buono a casa!”
“Uffa, non è vero che combino guai!”
“Ah si? E la scimmia urlatrice come c’è finita nel frigo della zia?”
“Hemm… forse Tarzan voleva conservare la sua vecchia fidanzata…”
Tommy risponde: “Quanto sei cretino!” e esce di casa sbattendo la porta.

Qualche minuto dopo Kitt, solo in casa, pensa: “Michael non mi lascia mai fare niente perché dice che combino soltanto guai… idea! Gli dimostrerò che non è vero, andando alla mostra di robotica e comportandomi bene!”

Kitt si incammina verso la mostra, e mentre cammina pensa: “E poi quella scimmia ha cominciato per prima, a graffiarmi e a mordermi… quando ho provato a metterla nel forno.”

Intanto Tommy e gli amici sono alla mostra: la sala è piena di robot androidi e non, dalle più svariate forme e utilità. I ragazzi si fermano davanti ad un robot androide seduto dietro ad una scrivania, con un libro davanti, che si tiene la testa con una mano e che esclama: “Mannagg’!“ “Grr!” “Dannaz’!“. Vicino a lui c’è un cartello con la scritta “Robot che studia al posto vostro”. I ragazzi esclamano in coro “Wow!”

Poco più avanti si fermano davanti ad un robot androide che si trova in piedi e che sta grattando la testa ad un uomo che si trova seduto davanti a lui. Vicino ai due c’è il cartello “Robot che vi gratta la testa al vostro posto”. I ragazzi esclamano in coro “Wow!”

Successivamente i ragazzi si fermano davanti ad un robot androide che sta defecando, con a fianco il cartello “Robot che concima i campi al vostro posto”. I ragazzi esclamano in coro “Bleah!”

Ad un certo punto Kitt sporge la testa, coperta da un cappello e da un paio di occhiali scuri, all’interno dell’ingresso della mostra. Il robot pensa: “Tommy è laggiù, ma lo devo seguire senza farmi scoprire subito, altrimenti mi rimanda a casa."
I ragazzi camminano in fila uno dietro l’altro, e Kitt si accoda a loro. Tommy, che è l’ultimo della fila, si volta di scatto, ma Kitt riesce a nascondersi dietro gli altri robot in mostra. Tommy torna a voltarsi verso gli amici, ai quali chiede: “Non sembra anche a voi di essere seguiti?” ma quelli rispondono “No, no.”

I ragazzi continuano a camminare seguiti da Kitt. Tommy si volta nuovamente di scatto e così riesce a vedere Kitt che cerca di nascondersi tra gli altri robot.

Tommy e gli amici gli si avvicinano; Tommy esclama: “A-ha, ti ho scoperto!” ma Kitt continua impassibile a fingere di essere uno degli immobili robot in mostra. Tommy allora gli grida: “Ascolta Kitt, tu sei mio e devi obbedire ai miei ordini: fila subito a casa!”

In quel momento il maresciallo Beretta si avvicina al gruppetto e domanda a Tommy: “Guagliò, dunque sei tu il proprietario di questo robbo-coso?”
Il ragazzo risponde allarmato: “No, io non ho colpa per quello che ha fatto, qualsiasi cosa abbia fatto.”
“Ti dirò Tommasino… io lo volevo acquistare per fargli fare i lavori più rischiosi al posto dei miei carabinieri… come ad esempio agire quando c’è il pericolo di esplosioni, fare la ronda di notte o sturare il gabinetto del Comando…”

In quel momento, presso il Comando dei carabinieri, l’appuntato Finch cerca di domare con uno sturalavandini un coccodrillo che sta uscendo da un water. L’appuntato dice: “Sperente che ‘l marescial ‘l torna subit.”

Il maresciallo Beretta continua il suo discorso: “Se funziona bene, ne faremo altri esemplari.”
“Ma lei è proprio sicuro di volerlo così com’è, sicuro che è tutto a posto?”
“Certo, nessuno può gabbare il maresciallo Beretta!”
Tommy e gli amici si guardano intorno, stupiti di non notare qualcosa che contraddica immediatamente il maresciallo. Questo continua: "Allora, sai per caso chi è il proprietario di questo omm’ ‘e latta?” indicando Kitt.
“Ma certo, sono io! E guardi: pur che se lo porti via, glielo cedo a gratis!” Tommy e il maresciallo si stringono la mano; Beretta esclama: “Affare fatto, guagliò!”

Il maresciallo si porta via Kitt tenendolo per mano. L’uomo dice: “Viè cu’ mme, guaglione di metallo!” e Kitt, guardando per l’ultima volta Tommy con uno sguardo disperato, urla: “Aiutooo!” Tommy invece alza un braccio al cielo in segno di gioia e grida: “Che storia! Mi sono finalmente liberato di quel rompiscatole!”

Quella sera Tommy è a letto ma non riesce a dormire. Sta pensando: “Avrò fatto bene a dargli Kitt? In fondo lui mi voleva bene…” tormentato da questo pensiero, il ragazzo non riesce a prendere sonno.

Intanto al comando dei carabinieri Kitt, il maresciallo Beretta e l’appuntato Finch sono seduti in cerchio, con una lampada accesa lì vicino, in una stanza buia. Il maresciallo dice a Kitt: “Sient’ a mme: è tutto il giorno che provo a insegnarti queste tre regole fondamentali, è possibbile che tu ancora non le abbia capite?”
Il maresciallo aggiunge: “Ripeti con me: ‘Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, combattere il crimine, rispettare la legge’; ripeti.”
“Le mie tre direttive sono: divertirmi, mangiare il gelato e andare al cinema senza pagare!”
“No, devi dire: ‘Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, combattere il crimine, rispettare la legge’.”
“Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, scrivere sui muri e fare pipì per strada.”
“Non ci siamo ancora: ‘Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, combattere il crimine, rispettare la legge’.”
“Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, combattere il crimine, guardare giornali roboporno.”
“Rispettare la legge!”
“Correre nudo per strada!”
“Rispettare la legge!”
“Sputare dalla finestra!”
“Rispettare la legge!”
“Mangiare la pizza con il miele!”
Il maresciallo, rivolto all’appuntato: “Basta, io ci rinuncio: teniamolo in prova così com’è. Andiamo, che si è fatto tardi.”
Mentre Beretta e Finch escono dalla stanza, il maresciallo dice: “Andiamo a mangiare qualcosa: mi è venuta una strana voglia di pizza con il miele.”

Il mattino dopo, Tommy è svegliato dal suono del campanello. Sbadigliando, va ad aprire la porta e si trova di fronte Kitt con in testa un cappello da carabiniere.
“Kitt, sono stato in pensiero per te… ma non dovresti essere con i carabinieri?”
“E infatti sono in servizio!” indicando con una mano un altro Kitt, con il cappello da carabiniere, che cammina per la strada.
“Che storia, ne hanno già fatto un altro!”
“E non solo uno.”
Tommy vede che per la strada stanno marciando altri cinque Kitt, e poco distanti ce ne sono altri dieci che marciano… e poi cento, e mille, che camminando travolgono tutto.
Tommy si sveglia urlando.

Quel giorno Kitt viene sperimentato in città. Il robot si trova lungo una strada, quando vede una vecchina sul marciapiede; la afferra e la trascina con sé dicendo: “Non si preoccupi vecchia signora, l’aiuto io ad attraversare sulle strisce!” Una volta giunti sull’altro lato della strada e appoggiata per terra l’anziana, questa sbraita: “Ma io non volevo attraversare!” In quel momento passa un rapinatore che scippa la borsetta alla vecchina, la quale si mette a battere i pugni sopra Kitt dicendo: “È tutta colpa tua!” al che il robot ribatte impassibile: “Ha visto cosa succede a voler attraversare fuori dalle strisce?” Il maresciallo Beretta, nascosto poco distante, vede tutta la scena e scrolla la testa.

Poco dopo arrivano due ragazzi su di un motorino, senza casco in testa, che si fermano poco distanti da Kitt. Questo gli va incontro dicendo: “Non lo sapete che bisogna mettere il casco?” I due rispondono: “Grazie del consiglio!” dopodiché si infilano i caschi in testa ed entrano (a piedi) all’interno della vicina banca. Poco dopo ne escono con un sacco per uno e, mentre avviano il motorino, dicono a Kitt: “Grazie ancora, sei un amico!” “Di niente.” risponde il robot, mentre questi se ne stanno già andando. Poco dopo esce di corsa dalla banca il direttore, urlando: “Aiuto! Mi hanno rapinato!” Il maresciallo, uscendo dal suo nascondiglio, gli va incontro e gli domanda: “Li ha visti in faccia? Potrebbe riconoscerli?” Il direttore risponde: “No, purtroppo indossavano dei caschi da motociclisti…” Beretta dice: “Questo è troppo…” si volta verso Kitt e gli urla: “Sei licenziato!”

Poco dopo il campanello suona a casa di Tommy. Il ragazzo apre la porta e si ritrova davanti il maresciallo Beretta e l’appuntato Finch che scaraventano Kitt all’interno dell’appartamento con un calcio. Il maresciallo dice al ragazzo: “Guagliò, tienitelo tu sto robbot, che in un giorno ha combinato i danni che noi facciamo in due!”

Più tardi Tommy e Kitt sono seduti sul divano. Tommy dice: “È meglio che per un po’ tu te ne rimanga buono buono qui in casa.”
“Ma Michael, io devo uscire a svolgere il mio dovere! Le mie tre direttive sono: difendere i deboli, combattere il crimine e rispettare la legge.”
“Ma chi te le ha insegnate queste assurdità?”
“Quel guaglione del maresciallo.”
“Ascolta Kitt: dimentica tutto quello che Beretta ti ha insegnato. Le tue tre leggi sono: 1° Un robot non può recar danno ad un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno; 2° Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla prima legge; 3° Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la prima e con la seconda legge.”
“Tommy…?”
“Sì?”
Kitt abbraccia Tommy e gli dice: “Ti voglio bene!”

FINE

5 commenti:

Tommy ha detto...

Le tre direttive che il Maresciallo Beretta cerca di insegnare a Kitt sono nientepopodimeno che quelle del film Robocop!

Invece, ovviamente, le tre leggi della robotica che Tommy insegna a Kitt sono quelle di "Io Robot" di Asimov.

Questo è l'ultimo episodio di Tommy. Ho smesso di scrivere queste storie perché non trovando nessuno disposto a disegnarle era un po' inutile continuare, avrebbero perso di senso e interesse.
Potrei ricominciare a scriverle se qualcuno le disegnasse e venissero pubblicate.
Comunque, anche se la serie si interrompesse qui, sarebbe un bel finale, no?

Cosa vi riserva questo blog per il futuro? Dopo tanti racconti comici, ne inserirò alcuni più seri. Spero che vi piacciano ugualmente.

Tommy ha detto...

Dimenticavo!
Canzone di sottofondo:
"Tommy gun" dei Clash!

Davide ha detto...

Bella, Tommy!
Mi dispiace sia finita la serie... ma perché poi?

Secondo me puoi benissimo riprendere a scrivere, aldilà che sia o no la base per un fumetto... ora potresti anche svincolarti da questa cosa e scrivere racconti sul serio, ormai come forma ci siamo!

Comunque continua a scrivere ;)

Davide ha detto...

Ehm... naturalmente per "racconti sul serio" intendevo "racconti non per forza destinati ad essere disegnati", non che non fossero racconti ben fatti... ;)

Tommy ha detto...

Tranquillo, Davide, avevo capito cosa intendevi. :)
"Tommy" è in un certo senso un capitolo della mia vita, che ora è chiuso (anche se lo apprezzo sempre) ma dopo sono passato ad altro, di più vicino a me come sono ora, che vedrai più avanti.
Comunque, ti ringrazio per la fedeltà con cui segui questo blog.