Quando Luana vuole parlare con me di un altro collega, non ne pronuncia mai il nome, ma lo scrive su di un pezzo di carta e me lo mostra. Anche se l'altro non è nella stanza, e quindi non la potrebbe mai sentire. Spesso scrive sul biglietto solo l'iniziale del nome, come se qualcun altro potesse leggerlo.
Una volta Luana voleva chiedermi se sapevo che la nostra collega Marina è incinta. Mi ha passato un foglietto con su scritto "La M." e basta.
Un giorno una collega ha domandato a Luana se si sentisse poco bene. Questa ha preso un post-it e vi ha scritto sopra "Forse mi devono ve."
Una volta io ho chiesto a Luana come stesse. Lei ha scritto su di un foglietto "Ho il cagotto".
27 novembre 2008
24 novembre 2008
20 novembre 2008
17 novembre 2008
13 novembre 2008
10 novembre 2008
Nel suo eterno soliloquio, spesso Luana offende, critica e minaccia i capi e gli altri colleghi, non presenti. Lo fa con frasi del tipo "Ma sa volelo 'sto chi, pache?" ("Ma cosa vuole questo, botte?"), "El copo" ("Lo uccido"), "Ghe tiro 'l col" ("Lo strozzo"), "El bato" ("Lo picchio"). Chiaramente poi la codarda non fa nulla di queste azioni che minaccia. Una volta, riferendosi al capo, Luana ha detto: "Se 'l ven chi n'altra volta 'l ciapo a scarpade!" ("Se torna qui lo prendo a calci"). In quel momento si è aperta la porta ed è entrato il capo. Ovviamente Luana non ha fatto quanto minacciato, ma ha ascoltato ed obbedito al capo.
06 novembre 2008
Luana fa il diminutivo di tutte le parole. Per lei un programma del PC è "un programmino"; un'autostrada è "una stradina"; un telefono cellulare è "un cellulino".
Addirittura quando Luana vuole fare l'accrescitivo di un nome, ne fa prima il diminutivo e poi l'accrescitivo. Esempio: per Luana un cane grande è un cagnolinone.
Addirittura quando Luana vuole fare l'accrescitivo di un nome, ne fa prima il diminutivo e poi l'accrescitivo. Esempio: per Luana un cane grande è un cagnolinone.
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