15 novembre 2021

"Let It Be": il film che segnò la fine dei Beatles e l'inizio del mito

Il documentario ci mostra l'ultimo periodo dei Fab Four, tra genio e litigi.

Let it Be film


"Let It Be"
- sottotitolato in Italia "Un giorno con i Beatles" - è un film documentario sui Beatles del 1970, diretto da Michael Lindsay-Hogg.

Verso la fine del 1968, al termine delle incisioni del "White Album", i rapporti tra i componenti dei Beatles si erano fatti tesi. Paul McCartney propose quindi al gruppo di realizzare un album che non fosse frutto di sovraincisioni degli strumenti separati, ma suonato assieme come agli esordi. I Beatles avevano inoltre in programma di partecipare ad una trasmissione televisiva suonando i pezzi dell'album bianco, ma non ne avevano voglia. Preferirono pertanto lasciarsi riprendere mentre realizzavano nuovi brani, e l'idea si modificò ulteriormente fino a diventare un film documentario per il cinema, che avrebbe dovuto intitolarsi "Get Back". Le sessions e le riprese si svolsero durante tutto il mese di gennaio del 1969. Purtroppo le cose non andarono nella direzione prevista: la presenza delle cineprese irrigidì i musicisti facendo precipitare i loro rapporti, e il tutto venne impietosamente documentato su pellicola. Rendendosi conto del fallimento dell'idea iniziale i Beatles cercarono di porvi rimedio in corsa, ad esempio George invitò il tastierista Billy Preston a suonare con loro portando un po' di stabilità, ma tutto fu vano. L'album "Get Back" verrà accantonato per sempre e le canzoni registrate saranno utilizzate per comporre il disco "Let it Be" che verrà pubblicato l'8 maggio 1970; il film uscirà il 13 maggio 1970 con lo stesso titolo.

Si è già scritto e detto tutto su questo film, in particolare la storia ha decretato che si tratta dell'atto che segna definitivamente il destino dei Beatles. Emblematica la scena in cui Paul e George hanno un battibecco, che termina con Harrison che dice al compagno che suonerà qualsiasi cosa lui voglia (sottinteso: purché lo lasci stare). George è chiaramente il più infastidito dalla presenza delle cineprese: continua a guardare in camera ed è quello che appare meno rilassato. John probabilmente è irritato dal solo essere lì ("It was hell making the film 'Let It Be'"). Paul si sforza di essere propositivo, ma il suo atteggiamento viene interpretato come invadente dagli altri. Ringo, di solito il personaggio comico del gruppo, in molte inquadrature ha un'aria malinconica. Lungi da me dire che Yoko Ono sia la causa dello scioglimento dei Beatles, la sua presenza potrebbe aver peggiorato il clima già teso. Mi si potrebbe chiedere come una persona che non fa e dice niente in tutto il film possa avere un impatto negativo; il fatto è che se c'è un gruppo di quattro persone che sta lavorando, e in mezzo a loro ce n'è una che non fa nulla ma si limita a seguire John come un'ombra, è una presenza che si fa notare. Le riprese immortalano anche Linda McCartney - moglie di Paul - e la figlia Heather che assistono alle prove, ma stanno in un angolo, lontane dalla band e generalmente fuori dalle inquadrature.

Per fortuna "Let it Be" non è solo questo: si vedono anche i ragazzi scherzare e divertirsi. La pellicola contiene molte scene simpatiche, ad esempio quando Paul imita Elvis mentre canta "Two of Us". Lo stesso McCartney parlando del suo passato cita alcuni versi di una vecchia canzone scritta da lui e John ma mai pubblicata "One After 909" - risale probabilmente al 1957! - e nella scena dopo la stanno provando (finirà nel film e nell'album). Ringo arriva al mattino, saluta, si avvicina al piano a cui già si trova seduto Paul, e assieme improvvisano suonando a tre mani lo strumento. Ad un certo punto tutti e quattro i ragazzi suonano e cantano assieme "Besame Mucho" (questa canzone purtroppo non verrà inclusa nel disco). Molto simpatica è anche la scena in cui Ringo fa il buffone per la piccola Heather.

Il film presenta anche dei momenti "speciali", molto beatlesiani o che comunque sono rimasti nella loro storia. Contiene la scena in cui George fa sentire per la prima volta "I Me Mine" a Ringo, e la successiva in cui John e Yoko ballano mentre gli altri tre stanno provando la canzone. Si vede il momento "magico" in cui Starr e Harrison creano "Octopus's Garden" sotto lo sguardo compiaciuto di George Martin (il brano finirà in "Abbey Road"). La presenza rassicurante di Billy Preston da "You've Really Got a Hold on Me" in poi si fa sentire. Si può udire "The Long and Winding Road" in versione originale senza gli archi imposti da Phil Spector, ma con la tastiera di Billy Preston. Infine l'improvvisazione con John alla voce, di cui solo un minuto scarso verrà inserito nell'album "Let it Be" con il titolo "Dig It"; peccato perché la versione integrale è più bella e divertente.

La prima parte del film, quella girata nello studio, dura circa un'ora. In questa sezione la band viene ripresa con una tecnica chiamata "Fly on the wall", ovvero le cineprese filmano quello che succede senza interferenze, regia, trama o sceneggiatura. La presenza del regista interverrà solo in fase di montaggio, quando da un mese di riprese verrà ricavata, come detto, solo un'ora destinata alla proiezione. In realtà, come riportato nel book uscito assieme al disco "Let it Be", sia Michael Lindsay-Hogg sia Glyn Johns (freelance engineer incaricato di compilare l'album "Get Back") ogni tanto invitavano i Beatles a concretizzare il loro lavoro, in particolare a suonare più tracce invece di provare la stessa canzone per un giorno intero, e a decidere quando e dove tenere il concerto che avrebbe segnato la conclusione del progetto. A causa della mancanza di un filo conduttore, la prima parte del film può sembrare allo spettatore solo un "dietro le quinte", le prove in vista del concerto.

Il rooftop concert, che copre i restanti venti minuti di proiezione, è la parte più unitaria della pellicola. Anche su questo è stato detto e scritto tutto: i ragazzi che suonano con (apparente?) concordia, la folla in strada che sente la musica ma non vede chi la suona, l'arrivo della polizia che cerca di farli smettere, infine la chiusura ironica di John "Spero che abbiamo passato il provino". Non c'è nulla che si possa dire su questo concerto che non sia già stato spiegato da qualcuno. Consiglio a tutti di guardare il film

Nel 1981 il documentario è stato rilasciato in VHS e persino Betamax e Laserdisc, formati oggi introvabili (ma anche onestamente inutilizzabili) e non vi sono più state successive release. Il film è stato trasferito in dvd solo nel mercato dei bootleg. È altresì possibile, ma non facile, trovarlo in Internet caricato da qualche fan. Fin dagli anni '80 si parla di una nuova uscita comprendente scene aggiuntive. Il progetto si è modificato nel tempo, fino a diventare una miniserie in tre puntate, che il regista Peter Jackson ha montato a partire da ben 56 ore di materiale girato ma non utilizzato, che per indicazione della Apple mostra maggiormente scene di concordia e non di litigi. Il mio consiglio è di guardare la versione originale prima di quest'ultima.

Passiamo alla colonna sonora del film, che nel 1971 vinse sia il premio Oscar sia il Grammy. Nella pellicola compaiono le seguenti canzoni:

01. Paul's Piano Intro (Lennon, McCartney) basato sull'Adagio for Strings di Samuel Barber
02. Don't Let Me Down (Lennon, McCartney)
03. Maxwell's Silver Hammer (Lennon, McCartney)
04. Two of Us (Lennon, McCartney)
05. I've Got a Feeling (Lennon, McCartney)
06. Oh! Darling (Lennon, McCartney)
07. One After 909 (Lennon, McCartney)
08. Jazz Piano Song (McCartney, Starkey)
09. Across the Universe (Lennon, McCartney)
10. Dig a Pony (Lennon, McCartney)
11. Suzy Parker (Lennon, McCartney, Harrison, Starkey)
12. I Me Mine (Harrison)
13. For You Blue (Harrison)
14. Bésame Mucho (Consuelo Velázquez, Sunny Skylar)
15. Octopus's Garden (Starkey)
16. You've Really Got a Hold on Me (Smokey Robinson)
17. The Long and Winding Road (Lennon, McCartney)
18. Medley:
    - Rip It Up (Robert Blackwell, John Marascalco)
    - Shake Rattle and Roll (Jesse Stone)
19. Medley:
    - Kansas City (Jerry Leiber, Mike Stoller)
    - Miss Ann (Richard Penniman, Enotris Johnson)
    - Lawdy Miss Clawdy (Lloyd Price)
20. Dig It (Lennon, McCartney, Harrison, Starkey)
21. Let It Be (Lennon, McCartney)
22. Get Back (Lennon, McCartney)

Alcune di queste tracce sono state pubblicate negli album "Let it Be" (1970) e "Let it Be... Naked" (2003); ne è rimasta esclusa la maggior parte delle cover e delle improvvisazioni.

Articolo originale pubblicato il 15/11/2021 su Onda Musicale.

Leggi anche:
Come sono andate realmente le sessions di "Let it Be"? La parola ai Beatles
"Let it be": l'album e il film dei Beatles ritornano dopo 50 anni 
La prima volta dei Beatles: "Let it be" e "Let it be... naked"

Nessun commento: