Per festeggiare il visitatore numero 100000 vi propongo un estratto dai cinque pezzi più letti da quando ho aperto questo blog. Cliccando sui link "leggi tutto" li potrete leggere nella loro interezza. Buona lettura!
Le canne fanno male, credetemi
Non vi stordirò con numeri né parole roboanti, perché non ho bisogno di difendermi. Vi presento invece due persone vere, due miei amici, perché sono quelli che contano no?
Luca ha 18 anni, i capelli lunghi e la faccia di uno che potrebbe sfidare il mondo. Le ragazze gli vanno dietro per la sicurezza e la disinvoltura che dimostra. Se riesci a diventare suo amico sei a posto, perché è il leader della classe, e gli amici non li tradisce mai. Ride spesso, e ci fa sentire una compagnia unita. Come tutti si fa una canna ogni tanto, è normale. Ma Luca è un figo, e perciò se le fa anche più spesso degli altri. È lui che porta il fumo in classe e rifornisce tutti.
Cos’altro si può dire su I Simpson ?
Lo so che sapete già tutto sulla serie di Matt Groening. È dunque giunto il momento di mettere un po’ d’ordine nelle vostre testoline gialle. Per prima cosa facciamo una scheda dettagliata per ogni personaggio.
Homer J. Simpson
- Età: 37/38/39 anni (a seconda della serie).
- Indirizzo: Evergreen Terrace 1094 (o 742, dipende dalla serie), Springfield – USA.
- Numero telefonico: KL-3226
- Targa automobile: R8DNT
- Parentela: figlio di Abrham Simpson. Sua madre compare in un episodio ma il suo nome non viene mai pronunciato. Ha un fratellastro, figlio di Abrham e di una zingara, che compare in due puntate. Sposato con Marge Beauvier e padre di Bart, Lisa e Maggie.
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Le sigle dei cartoni animati - Ovvero: perché non ci liberiamo di Cristina D’Avena?
L’epoca d’oro delle sigle musicali dei cartoni animati per l’Italia comincia negli anni ’70, con l’invasione del nostro Paese da parte degli anime fantascientifici giapponesi. Prima di questi, infatti, le sigle si limitavano a un breve motivetto senza cantato, come quelle che introducevano i cartoon della Walt Disney o della Warner Bros. Gli elementi innovativi delle sigle degli anni ’70 sono la lunghezza (passata da poche decine di secondi a qualche minuto), la ricchezza della musica (mantenuta identica a quella originale o rifatta) e il testo firmato da grandi autori (ad esempio Vince Tempera, coautore di Capitan Harlock, Goldrake e tante altre). Queste portano anche ad una modifica culturale del concetto stesso: la sigla infatti non è più un momento in cui si cerca di tenere buono il pubblico con una musichetta mentre scorrono i noiosi titoli, ma diventa una canzone vera e propria degna di essere cantata per strada o con gli amici (chi non ha mai cantato almeno un pezzo di Ufo robot?) e persino di entrare in classifica.
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L’incredibile, mitologica, iperbolica ma soprattutto anomala storia
Avete visto bene, quello che stringete tra le mani è nientepopodimeno che il numero 10 della stratosferica fanzine AnomaliE. E se a voi 11 numeri (giacché è uscito anche lo zero) sembrano pochi, per noi è stata un’odissea. Sirene e ciclopi compresi.
Inizia tutto nell’estate del 2000, quando alcuni frequentatori della Fumettoteca Mad decidono di fondare una fanzine. Quei ragazzi sono, in ordine alfabetico: Gabriele Tomasi, Giulia De Monte, Luca Weber, Michele Dorigatti e Nicola Baldo. Il titolo della rivista è proposto da Andrea Locatelli, responsabile della Fumettoteca, che aiuta la neonata redazione nel progetto e ne è il primo caporedattore. L’argomento è chiaro fin dall’inizio: AnomaliE deve parlare di fumetti e animazione.
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Se solo avessi saputo
Se solo avessi saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima sera,
avrei sicuramente fatto qualcosa per impedirlo.
Quella notte non mi hai detto "ti amo" nemmeno una volta.
E io stupido non ho intuito nulla.
Mi abbracciavi, ma la tua stretta era più fredda e debole del solito.
E io idiota non ho capito niente.
Mi baciavi, ma solo se te lo chiedevo, e mai con la passione delle altre volte.
E io deficiente non ho immaginato nulla.
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