Oggi sono sessant'anni dalla morte di Stuart Sutcliffe, bassista dei Beatles prima che la band diventasse famosa, dolorosamente scomparso ad Amburgo il 10 aprile del 1962.
Stuart nacque il 23 giugno 1940 a Edimburgo, ma la sua famiglia si trasferì a Liverpool quando lui aveva tre anni. Trascorse quindi l'infanzia in una zona periferica della città, dove frequentò le scuole, e all'età di sedici anni gli venne offerto un posto presso il Liverpool College of Art. Nell'istituto Sutcliffe si fece presto conoscere per il suo talento artistico, ma anche per la personalità e lo stile che lo contraddistinguevano. Tra i compagni di scuola affascinati dalla sua figura c'era anche il coetaneo John Lennon, che apprezzava il suo aspetto alla James Dean.
I due ragazzi, assieme al loro insegnante Arthur Ballard e ai compagni Bill Harry (futuro giornalista e scrittore) e Rod Murray (pittore), fondarono il collettivo dei Dissenters, il cui scopo era creare un movimento underground a Liverpool, ispirandosi a quello della Beat Generation negli Stati Uniti. Il rapporto tra John e Stu divenne un'amicizia profonda, e all'età di diciannove anni i due giovani andarono a vivere assieme. Il loro appartamento divenne così un piccolo centro artistico, atelier di Sutcliffe e sala prove del gruppo di Lennon, nonché sede di dibattiti culturali.
Lennon e McCartney convinsero Sutcliffe a investire del denaro - ricavato dalle sue prime commissioni artistiche - nell'acquisto di un basso elettrico con cui sarebbe potuto entrare nel gruppo; sembra sia stato lui a suggerire di usare il nome "Beatles" per la band. Nel 1960 Stuart lasciò momentaneamente il suo percorso artistico per trasferirsi con i compagni (di cui facevano parte anche George Harrison e Pete Best) ad Amburgo in Germania, dove i gruppi britannici erano molto richiesti. Nella città tedesca i Beatles suonarono per 48 serate nel locale Indra Club e in seguito per altre 58 volte al Kaiserkeller. Sutcliffe era molto gradito dal pubblico di Amburgo, in particolare dalle ragazze, perché indossava pantaloni attillati e occhiali da sole Ray-Ban, nonché perché cantava "Love Me Tender". Il 5 dicembre 1960 Harrison fu rimandato in Gran Bretagna perché minorenne, pertanto non avrebbe potuto lavorare. McCartney e Best furono invece cacciati per "tentato incendio doloso" nella loro stanza in cui alloggiavano al Bambi Kino; sembra avessero dato fuoco per gioco a dei preservativi. A quel punto Lennon prese un treno per tornare a casa, ma Sutcliffe dovette rimanere ad Amburgo perché aveva il raffreddore; rimpatriò solo il 20 gennaio 1961.
La band tornò ad Amburgo nell'aprile di quell'anno per esibirsi al Top Ten Club per altri tre mesi. Il periodo trascorso suonando nei locali tedeschi fu molto proficuo per i Beatles: i ragazzi si fecero le ossa esibendosi in condizioni non facili, impararono a suonare moltissime canzoni e si fecero conoscere dal pubblico. Incontrarono inoltre l'artista Klaus Voormann (futuro disegnatore della copertina di "Revolver") e la sua fidanzata, la fotografa Astrid Kirchherr (autrice di alcune delle prime foto della band). Quando la coppia si lasciò, iniziò la relazione tra Astrid e Stuart. Il 23 giugno 1961 il gruppo prese parte alla sua prima incisione per il singolo "My Bonnie / The Saints" di Tony Sheridan, ma pur presente Sutcliffe non suonò lasciando il basso a Paul McCartney. Alla fine del mese il gruppo tornò in Inghilterra, ma Stu decise di rimanere ad Amburgo con Astrid, e riprendere la sua carriera di artista.
Best, Harrison, Lennon, McCartney e Sutcliffe ad Amburgo |
Purtroppo l'anno successivo Stuart iniziò a stare male: soffriva di fortissimi mal di testa, a volte accompagnati da cecità temporanea e svenimenti. Visitato più volte, in Germania e in Inghilterra, i medici non riscontrarono nulla finché il giovane morì a ventun anni, in un'ambulanza che lo portava all'ospedale. Il referto medico indica come causa della morte "paralisi cerebrale dovuta a emorragia nel ventricolo destro del cervello". Un successivo esame autoptico dichiarò che nel cervello di Sutcliffe si stesse sviluppando un tumore, originato da una frattura del cranio, probabilmente causata da un pestaggio subito dal ragazzo mesi prima.
Tre giorni dopo la morte di Stu i Beatles si recarono ad Amburgo; Astrid Kirchherr andò a prenderli all'aeroporto e dovette comunicargli la notizia della morte del loro amico. I ragazzi non sapevano ancora nulla, erano tornati perché ingaggiati dal nuovo locale Star-Club, per suonare per sei settimane di fila; Paul McCartney aveva preso il posto di Stuart al basso. La band fu richiamata dallo Star-Club anche nel novembre e dicembre dello stesso anno. Ora la formazione dei Beatles era quella definitiva, con Ringo Starr che aveva sostituito Pete Best alla batteria in agosto.
Nonostante il breve periodo trascorso con la band, Lennon, McCartney e Harrison hanno sempre ricordato la figura di Stuart in virtù della grande amicizia che li legava. Il "quinto Beatle" venne omaggiato sulla copertina di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" mettendolo tra i personaggi cartonati; in questa forma lo si può vedere anche nel video di "Free as a Bird". Di Stuart Sutcliffe rimangono le foto scattate da Astrid, qualche dipinto e alcune registrazioni domestiche con la band fatte a casa di Paul McCartney nell'aprile e giugno 1960. Nel 1995 le incisioni di "Hallelujah, I Love Her So", "You'll Be Mine" e "Cayenne" con Suart al basso sono state inserite nella raccolta "Anthology 1". La figura di Stuart Sutcliffe è infine protagonista del film "Backbeat - Tutti hanno bisogno di amore" del 1994.
Articolo originale pubblicato il 10/04/2022 su Onda Musicale.
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