24 novembre 2025

Mtv chiude i suoi canali: addio ai video che hanno incantato più generazioni

Perché il fallimento della rete musicale è più della fine di un'era.

Mtv

Signore e signori, siamo qui per celebrare un funerale, per commemorare la rete televisiva che rese felici gli adolescenti e li fece sentire compresi nei loro gusti e interessi. Stiamo ovviamente parlando di Mtv, il canale di video musicali 24 ore su 24, diffuso in tutto il mondo anche con versioni locali.

Lanciato il 1° agosto del 1981 negli Stati Uniti come canale via cavo, l'obiettivo di Mtv è semplice quanto rivoluzionario: trasmettere tutto il giorno videoclip, in un'epoca in cui non era scontato che un artista ne facesse uno per ogni singolo in uscita. Il primo video mostrato dal canale è già una dichiarazione di intenti: alle ore 0.01 di quel primo di agosto Mtv diffonde nelle case degli USA "Video Killed the Radio Star" dei Buggles. È l'inizio di una rivoluzione fatta di musica ma anche brevi clip, bumper animati, linguaggio giovanile e cartoni trasgressivi. I presentatori, chiamati VJ, diventano le nuove star; le case discografiche realizzano video con in mente il linguaggio e il pubblico di Mtv. Una generazione di artisti cresce lavorando per quel nuovo mondo. 

Va però detto che stavolta l'Italia non rimane ferma a guardare: il 2 aprile del 1984, grazie a Guelfo Marcucci, Michele Lo Foco e Ciro Dammicco, nel nostro Paese debutta sul terrestre analogico Videomusic. Si tratta di un canale che trasmette video e programmi musicali tutto il giorno, e che per primo in Italia dà vita a un movimento giovanile grazie alla musica. I ragazzi del Bel Paese non guardano più la televisione dei loro genitori: hanno chi gli mostra 24 ore su 24 video musicali e programmi che parlano il loro linguaggio. Videomusic chiuderà purtroppo nel 1997 per colpa di Vittorio Cecchi Gori.

Intanto il successo del canale televisivo statunitense varca i confini nazionali. Esattamente sei anni dopo il debutto, il 1° agosto del 1987, "Money for Nothing" dei Dire Straits (con il controcanto "I want my Mtv" intonato da Sting) lancia via satellite Mtv Europe. In alcuni Paesi il canale è visibile anche tramite cavo, mentre in Italia solo via satellite, anche se da noi tale strumento non ha molto successo. Negli anni '90 alcune reti private italiane cominciano pertanto a trasmettere sul terrestre analogico il segnale di Mtv Europe per sei ore al giorno. La rivoluzione inizia anche da noi: il linguaggio televisivo passa da un rétro all'italiana a uno internazionale, giovane, fresco. Un salto culturale di almeno dieci anni avviene in pochi mesi. Addio Discoring, Superclassifica Show e Jenny 20-21: ora i giovani non devono più aspettare un programma in particolare per vedere i video, li possono sempre trovare in onda in una fascia oraria che viene progressivamente ampliata fino a coprire tutto il palinsesto giornaliero. Per i connazionali adolescenti, Mtv è come un binocolo attraverso il quale vedere cosa fanno i loro coetanei negli USA, cosa ascoltano, come vivono, cosa guardano in televisione.

Il successo europeo del canale porta Mtv a creare tre regionalizzazioni diverse per il vecchio continente: nel nord rimane Mtv Europe, nei Paesi di lingua tedesca nasce Mtv Central, e da noi Mtv Southern. Il 1° settembre del 1997 iniziano ufficialmente le trasmissioni di Mtv Italia con l'Unplugged dei Nirvana. VJ come Andrea Pezzi, Enrico Silvestrin, Alessandra De Siati, Daniele Bossari, Victoria Cabello, Camila Raznovich, Giorgia Surina, Marco Maccarini, Kris Grove e Kris Reichert diventano in fretta i nuovi idoli dei giovani. È un'epoca d'oro: ai ragazzi basta tornare a casa da scuola e accendere il televisore su Mtv per vedere i già citati Nirvana, ma anche Guns N' Roses, Green Day, Smashing Pumpkins, Oasis, Blur, Garbage, Soundgarden, Pearl Jam, Radiohead e molti altri. Gli eroi degli anni Novanta sono ora a portata di mano.

Purtroppo, però, non è tutto rose e fiori: lontano dagli schermi tv qualcosa sta cambiando. Nei primi anni 2000 la diffusione di Internet (e successivamente degli smartphone) crea un modo nuovo e più veloce per accedere ai video musicali, ma soprattutto modifica radicalmente la fruizione della musica: non più in compagnia di un "fratello maggiore" che ti mostri quali pezzi sono usciti, ma da soli, al massimo guidati da un algoritmo. Mtv non riesce ad adattarsi al rapido cambiamento. O meglio: ci prova, ma peggiora la situazione. Invece di puntare ancora di più sulle proprie peculiarità, si trasforma in una tv generalista spostando la musica su canali secondari; è la fine di un mondo, di un'epoca e di una cultura. Le notizie più recenti dicono che Mtv chiuderà i canali musicali europei entro il 31 dicembre di quest'anno, e poi forse anche gli altri.

In conclusione, vorrei chiarire che quello che è successo non è solo colpa delle nuove tecnologie. Da quell'agosto del 1981 vi sono state molte acquisizioni e rimpasti societari, che hanno portato i nuovi proprietari a perdere di vista l'obiettivo principale, l'anima del canale, e a basarsi solo sugli introiti. Quello che ha causato il fallimento di Videomusic, adesso ci porta via anche Mtv.



Articolo origonale pubblicato il 12/11/2025 su Onda Musicale.

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