17 gennaio 2022

Don't Look Up: "Moriremo tutti!"

La storia della distruzione della Terra al tempo dei social network.

Gli interpreti principali di "Don't look up"
 

"Don't Look Up" è un film del 2021 prodotto, scritto e diretto da Adam McKay, incentrato sull'impatto che la notizia dell'imminente fine del mondo a causa di una cometa potrebbe causare nella popolazione. La pellicola sta facendo discutere in questi giorni, specie su Internet, più che per il film stesso per la divergenza di opinioni tra chi lo ritiene un capolavoro e chi lo trova molto banale.

Il cast di "Don't Look Up" è costituito da stelle di prim'ordine: oltre alle superstar Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett e Meryl Streep troviamo infatti Jonah Hill (The Wolf of Wall Street), Mark Rylance (Dunkirk, Ready Player One), Timothée Chalamet (The French Dispatch, Dune), Ron Perlman (Il nome della rosa, Hellboy), Himesh Patel (Yesterday), nonché la popstar Ariana Grande. Il film ha avuto una distribuzione limitata nelle sale il 10 dicembre 2021, per poi sbarcare direttamente su Netflix il 24 dello stesso mese.

La trama

La dottoranda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il suo professore Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) scoprono una nuova cometa che si sta dirigendo verso la Terra. L'impatto è previsto dopo poco più di sei mesi, e le dimensioni del corpo celeste sono tali da causare una nuova estinzione di massa sul nostro pianeta. I due astronomi si recano subito alla Casa Bianca per informare la presidente degli Stati Uniti Janie Orlean (Meryl Streep). Questa teme però che la notizia influisca negativamente sui suoi risultati elettorali nelle elezioni di medio termine, e decide quindi di imporre il silenzio ai due scienziati.

Gli astronomi però non possono tacere, e decidono di presentarsi ad un talk show molto popolare. I suoi conduttori tuttavia non prendono seriamente la notizia, e in particolare osteggiano Kate per la sua preoccupazione e veemenza nell'esporre la scoperta, che diventa un nuovo meme su Internet in pochi minuti. Randall, con la sua pacatezza, viene meglio accettato dai media.

La Presidente Orlean (una sorta di Donald Trump donna) rimane coinvolta in uno scandalo sessuale, e per risollevare la sua popolarità decide di dare retta ai due astronomi. Viene quindi dato grande risalto alla missione guidata dal decorato Benedict Drask (Ron Perlman) con lo scopo di deviare il percorso della cometa attraverso l'impiego di shuttle. Poco dopo la sua partenza, però, l'operazione viene annullata: il ricchissimo imprenditore nell'intelligenza artificiale Peter Isherwell (Mark Rylance) - principale finanziatore della Presidente - fa interrompere la missione quando scopre che il corpo celeste è ricco di metalli rari e preziosi. Egli ottiene di mandare propri mezzi sulla cometa per frantumarla e condurre i minerali a terra, presentandola come una nuova fonte che porterà ricchezza e pace sul nostro pianeta.

Intanto il tempo passa, il corpo celeste si avvicina sempre di più e la popolazione si è divisa in due gruppi. C'è chi è seriamente preoccupato dall'imminente impatto e dalla posizione non sufficientemente impegnata del governo, e chi invece non crede che la storia della cometa sia vera e si unisce nel movimento "Don't Look Up". Non proseguo oltre nel raccontare la trama perché il film è nuovo e da qui in avanti sarebbe sicuro spoiler.


Il concept

La produzione e lo stesso Leonardo DiCaprio (che ha collaborato alla sceneggiatura) hanno presentato il film come una metafora della crisi climatica e di come questa venga accolta dalla popolazione. In realtà guardando la pellicola l'allegoria non è molto chiara: c'è chi vi ha visto l'attuale pandemia (come non paragonare i "No vax" al movimento "Don't Look Up"?) e chi lo vede solo come un film catastrofico con venature comiche.

Ritornando sull'argomento cinema, il paragone più immediato è tra questa pellicola e "Armageddon". Se il film del 1998 era poco più di un disaster movie anni '50 attualizzato, "Don't Look Up" è invece molto moderno, e ci mostra la popolazione umana divisa e disinteressata al benessere comune. Gli abitanti della Terra sono rappresentati succubi dei politici, dei mezzi di comunicazione digitali e degli industriali che li controllano. A tal proposito va segnalata l'interpretazione di Mark Rylance, che peraltro riprende l'analogo personaggio da lui recitato in "Ready Player One": una fusione tra Steve Jobs, Elon Musk, Jeff Bezos e un guru tecnologico. "Don't Look Up" è la storia della distruzione della Terra al tempo dei social network.


Recensione

L'opinione che ognuno si fa di questo film dipende - come abbiamo visto sopra - da come lo interpreta. Personalmente l'ho trovato molto ben fatto, divertente e coinvolgente. Se ci si sofferma solo sulla trama la pellicola non offre molto di più rispetto ad un film catastrofico del secolo scorso; se invece si capisce che quelli messi in scena siamo noi, qui e ora, può aprirci gli occhi. A riprova delle sue qualità "Don’t Look Up" è stato candidato a quattro Golden Globe, e pochi giorni dopo la sua uscita è stato insignito del premio "American Film Institute Awards" nella categoria "Top Ten Movies of the Year". Forse alla prossima notte degli Oscar la pellicola ci sorprenderà.    

Anche i critici si sono divisi: tra chi loda "Don't Look Up" troviamo Erik Davis dell'azienda americana Fandango Media che lo definisce una "divertente satira sull'apocalisse" proseguendo con le parole "Abbiamo visto innumerevoli volte il modo in cui gli Stati Uniti reagirebbero di fronte a un'ipotetica apocalisse. Ma come reagirebbero nella realtà?"

Scott Feinberg della rivista di intrattenimento The Hollywood Reporter si complimenta per "le performance di uno dei miglior cast di sempre" proseguendo con "Questo film ci ricorda quanto saremo fottuti qualora non cominceremo a farla di nuovo nel vasino. Grandi performance per uno dei migliori cast di sempre!"

Mick LaSalle sul San Francisco Chronicle lo ha definito: "il più divertente film del 2021. È anche il più deprimente, e quella strana combinazione rende l'esperienza unica nel suo genere. Lo sceneggiatore e regista Adam McKay ti regala più di due ore di risate mentre ti convince che il mondo sta arrivando alla fine."

Uno dei meme contenuti in "Don't look up"
Uno dei meme contenuti in "Don't look up"

Le critiche

La pellicola ha ricevuto anche molte critiche negative: sulla rivista d'intrattenimento Variety Peter Debruge ha parlato di un film "intricato", con "satira politica compiaciuta e di facile bersaglio" e che "suona come la risposta di sinistra ad Armageddon".

Secondo il settimanale d'informazione politico-economica The Economist, "Don’t Look Up" è "lungo e lento, così come lo sono molti film di Netflix, e incapace di trasmettere l’energia che il suo catastrofico scenario richiederebbe".

David Ehrlich del sito specializzato IndieWire lo definisce un film che "si sforza di far ridere e che al contempo prova a sostenere che non c’è niente da ridere".


Così la stampa italiana

Antonio Dipollina de la Repubblica in un articolo dal titolo "Capolavoro o pasticcio, l’importante è parlare di Don’t Look Up", ha riassunto così le opinioni raccolte: "piace, il film [...] e parimenti viene detestato per un didascalismo invero irritante, ha dentro una ventina di temi possibili su cui dividere quel mondo che discute di tutto quello che passa davanti, ha un cast eccezionale e assai corretto (DiCaprio è un attivista totale su questioni ambientali), sobilla quelli di un paio di generazioni e sconvolge, per il sobillare altrui, quelli di un altro paio".

Sempre su la Repubblica, Roberto Nepoti sostiene invece che la pellicola rappresenti con una certa banalità i temi trattati, scrivendo "se Don’t Look Up merita la visita, è più per le buone intenzioni che per il modo in cui le mette in pratica".

Teresa Marchesi del quotidiano Domani si focalizza sul "genere indefinibile" del film, che "oscilla tra la satira politica e il catastrofismo consapevole, passando per la fantascienza profetica", ed esprimendo un giudizio complessivamente positivo sulla pellicola.

La parola definitiva, forse, è data da Nathan Robinson - editore del bimestrale statunitense di cultura e politica Current Affairs - che sostiene "i critici non solo hanno perso il senso del film in maniera clamorosa, ma il modo stesso in cui hanno discusso la pellicola ha esemplificato il problema su cui il film stava cercando di attirare l'attenzione. Alcune delle risposte al film potrebbero essere nella pellicola stessa".

I protagonisti principali di "Don't look up"
I protagonisti principali di "Don't look up"

Colonna sonora

La soundtrack del film è molto interessante e variegata. Spicca su tutte la canzone "Just Look Up" di Ariana Grande e Kid Cudi, autori e interpreti del pezzo anche nel film. Un brano dal sound assolutamente contemporaneo ma dal testo che non so decidermi se sia serio o ironico:

"Guarda in alto / Cosa sta davvero cercando di dire / È tira fuori la testa dal tuo culo / Ascolta i dannati scienziati esperti / Abbiamo davvero fatto una cazzata, questa volta l'abbiamo fatta grossa / È così vicina, posso sentire il calore alla grande / Tu puoi fingere che vada tutto bene / Ma probabilmente questo sta accadendo in tempo reale / Festeggia, o piangi o prega... / Qualunque cosa serva per farti superare il casino che abbiamo combinato! / Perché domani potrebbe non arrivare mai / Basta guardare in su / Spegni quella merda di box news / Perché stiamo per morire presto tutti quanti".

Fanno parte della colonna sonora anche "Statesboro Blues" della Allman Brothers Band, "Just Like Paradise" di David Lee Roth, "Bernadette" dei Four Tops, e tre brani dei Mills Brothers: "Till Then", "I'll Be Around" e "Across the Valley from the Alamo". Nel trailer del film si può ascoltare anche la sempre valida "Don't Bring Me Down" dell'Electric Light Orchestra.

La tracklist completa è la seguente:

01. Wu-Tang Clan Ain't Nuthing ta F' wit - (Grice, Smith, Jones, Diggs, Coles, Hunter, Woods, Hawkins) Wu-Tang Clan
02. Right Thurr - (H. Bailey, A. Lee, S. Daugherty) Chingy
03. Let the Eagle Soar - (J. Ashcroft) John Ashcroft
04. Showdown - (E. V. Hachikian) Eric V. Hachikian
05. Statesboro Blues - (B. W. McTell) The Allman Brothers Band
06. Doorman - (A. Crossan, T. Frampton) slowthai & Mura Masa
07. Invasion - (K. Hoetger, K. Crusham) English Teeth
08. The Love I Hold - (R. B. Walker, G. T. Williams) The Agents
09. Troubadour - (M. Holmes, L. Satcher) George Strait
10. House of Bricks - (A. Reinstein, E. Mast) Despot
11. Just Look Up - (N. Britell, A. Grande, S. Mescudi, T. Stinson) Ariana Grande & Kid Cudi
12. Just Like Paradise - (D. L. Roth, B. M. Tuggle) David Lee Roth
13. Till Then - (G. Wood, E. Seiler, S. Marcus) The Mills Brothers
14. Taisho - (J. Weissenfeldt, M. Weissenfeldt, M. Nishimoto) Whitefield Brothers
15. Bernadette - (B. Holland, E. Holland, L. Dozier) The Four Tops
16. I'll Be Around - (A. Wilder) The Mills Brothers
17. Across the Valley from the Alamo - (J. Greene) The Mills Brothers
18. (Gonna Ride This) Whirlwind - (H. E. Dwellingham, H. E. Hackett) The Escorts
19. Second Nature - (J. Vernon, N. Britell) Bon Iver

Articolo originale pubblicato il 11/01/2022 su Onda Musicale.

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